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Cosa cambia con la Legge di Stabilità 2017

6 ott 2016 | 3 min di lettura | Pubblicato da Castiglia M.

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Attesa per la Legge di Stabilità 2017 che dovrà essere presentata entro la metà di ottobre dopo la recente approvazione Def (Documento di Economia e Finanza), contenente gli aggiornamenti e le previsioni del Governo sull’andamento dell’economia, oltre che la programmazione degli interventi che l’Esecutivo intende realizzare nei prossimi anni. Rivisti il Pil, che secondo il governo nel 2017 si attesterà sull’1% rispetto allo 0,8% del 2016 (ma più basso rispetto all’1,4% ipotizzato nell’aprile scorso), mentre l’indebitamento netto passa al 2% dal 2,4% di quest’anno.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato a più riprese che il Governo intende concentrare le risorse soprattutto a favore delle fasce più deboli e a sostegno della crescita, ma resta da vedere come e dove tali risorse verranno reperite a copertura della manovra che, secondo le stime, supererà abbondantemente i 20 miliardi di euro. Tra i provvedimenti che riguarderanno direttamente i cittadini: le pensioni, la previdenza, il fisco, l’iva e gli incentivi fiscali.

  • Pensioni: sostegno ai redditi più bassi

Allo stato attuale, sul fronte pensioni è stata raggiunta una prima intesa tra Governo e sindacati su un pacchetto del valore di sei miliardi da spalmare su tre anni. Il primo obiettivo è il sostegno ai redditi da pensione medio-bassi attraverso una riduzione delle imposte per i pensionati con più di 74 anni. Previsti inoltre un aumento delle pensioni per redditi fino a una volta e mezza il trattamento minimo Inps (circa 750 euro al mese lordi) e l’erogazione della quattordicesima per redditi sino a due volte il trattamento minimo Inps (circa 1.000 euro).

  • Pensioni: nuove soglie per l'uscita dal lavoro

Per quanto riguarda l’uscita dal lavoro, si potranno cumulare gratuitamente i contributi non coincidenti maturati presso istituti previdenziali diversi (compreso il riscatto della laurea) sia per le pensioni di vecchiaia sia per quelle di anzianità, con diritto a ricevere un’unica pensione calcolata pro-rata secondo le regole di ciascuna gestione. Flessibilità in uscita anche per chi ha iniziato a lavorare molto presto e per i lavori usuranti. In particolare, i lavoratori precoci potranno accedere al pensionamento senza penalizzazioni prima dei 62 anni e con 41 anni di contributi (invece dei previsti 42 e 10 mesi) se disoccupati, senza ammortizzatori sociali o disabili. Mentre per i lavori usuranti è stata ipotizzata la possibilità di uscire dal mercato del lavoro con 12 o 18 mesi di anticipo.

  • Pensioni: l'Anticipo Pensionistico

Infine, sempre in tema di pensioni, c’è il discusso capitolo relativo all’Anticipo Pensionistico (APE) e riguarda i lavoratori di 63 anni (al 1° gennaio 2017) che potranno ritirarsi con un anticipo massimo di tre anni e sette mesi. L’operazione, che viene introdotta in via sperimentale per due anni, prevede un Ape volontario, da realizzare attraverso un prestito da banche e assicurazioni che aderiranno all’iniziativa ma erogato dall’Inps. Una volta maturata l’età della pensione, il prestito dovrà essere rimborsato, pagando anche i relativi interessi, con rate che verranno trattenute direttamente dalla pensione. L’Ape agevolato riguarda invece particolari categorie disagiate per le quali il rimborso dovrebbe essere a carico dello Stato mediante formule ancora non ben definite.

  • Iva, fisco e incentivi fiscali

Anche per il 2017 sembra scongiurato l’aumento dell’Iva (dal 10 al 13% e dal 22 al 24%) mentre la riforma delle aliquote Irpef (da cinque a tre scaglioni), presente nella Legge di Stabilità 2017, entrerà in vigore solo nel 2018. Dovrebbero essere infine riconfermati gli incentivi fiscali come la detrazione del 65% per gli interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, per i lavori di adeguamento antisismico e gli ecobonus. Per gli ultimi due la detrazione potrà essere effettuata in una volta sola anziché spalmata su 10 anni. Sembrerebbero prorogati anche il bonus per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici e quello per le ristrutturazioni edilizie (entrambi con detrazione al 50%). Ipotizzata infine, ma su questo non c’è ancora alcuna conferma, una sanatoria fiscale secondo un meccanismo che permetterebbe di pagare per intero le imposte dovute ma non ancora versate con uno sconto delle sanzioni.