Il Belgio approva la settimana lavorativa corta

La settimana lavorativa da 4 giorni è stata approvata in Belgio

La possibilità di essere sempre connessi porta troppo spesso a lavorare anche la sera e nei weekend, e la pandemia ha accentuato ancora di più questa tendenza tutt’altro che positiva. Lo smartworking, infatti, ha portato milioni di lavoratori a mettersi al PC al mattino e continuare a lavorare anche durante la pausa pranzo e ben oltre l’orario pattuito con il datore di lavoro.

Negli ultimi mesi, questa problematica è stata affrontata da diversi paesi fra cui Spagna e Islanda, mentre il Belgio ha addirittura definito alcune riforme per approvare la settimana lavorativa di 4 giorni. Non è ancora chiaro quando le nuove regole entreranno effettivamente in vigore, ma nell’accordo troviamo quattro punti principali:

• il diritto alla formazione dei lavoratori;
• una tutela maggiore per i lavoratori delle piattaforme digitali per le consegne a domicilio;
• la possibilità di avere un equilibrio fra lavoro e vita privata tenendo separate le due cose (il cosiddetto diritto di disconnessione);
• la diminuzione della disoccupazione.

Fra le norme più controverse troviamo quelle sulla flessibilità degli orari: i lavoratori avranno la possibilità di mantenere le classiche 38 ore settimanali, suddividendole però in quattro giorni invece dei cinque canonici, per sei mesi, al termine dei quali potranno scegliere se mantenere la nuova formula o tornare a quella vecchia. I datori di lavoro possono rifiutare la richiesta, ma devono fornire una motivazione scritta.

Inoltre, al di fuori dell’orario di lavoro, i dipendenti possono staccare il cellulare aziendale e non rispondere al capo senza rischiare sanzioni o richiami, tutto ciò in modo da salvaguardare la propria salute e mettere un confine fra la vita privata e lavorativa.