5G: è vero che sostituirà la linea casalinga? Facciamo chiarezza
22 ott 2021 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Sulla carta assicura una velocità di connessione che sfiora i 20 Giga bite, tre volte maggiore rispetto alle prestazioni medie di una linea in fibra ottica. E le sperimentazioni in corso ne mostrano le infinite applicazioni, nelle aree urbane in agricoltura, nel turismo e nella sanità. La tecnologia 5G è considerata non a torto il futuro delle connessioni mobili, e certamente in un domani abbastanza prossimo modificherà il nostro modo di lavorare, di vivere e di fare esperienze.
Le aspettative degli utenti: lavorare da remoto e giochi online dal vivo
Anche agli occhi dei consumatori è chiaro che il nuovo sistema di trasmissione avrà un impatto sulle nostre vite. Secondo l’ultimo rapporto dell'Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano, i più si aspettano soprattutto maggiore velocità di trasferimento dati, la possibilità di lavorare da remoto più facilmente, e l’opportunità di guardare video in 4K anche da cellulare. Le aspettative riguardano anche la domotica e la possibilità di giocare online in tempo reale e con più utenti.
Le nuove "saponette" 5G
In tanti iniziano anche a chiedersi se alla lunga l’arrivo della nuova tecnologia andrà a modificare anche il modo in cui concepiamo la connessione internet casa. Specie dopo la nascita dei primi router portatili 5G, è lecito domandarsi cosa accadrà quando le nuove frequenze avranno finalmente coperto gran parte del territorio nazionale, e se il 5G potrà sostituire la connessione casalinga in fibra. Anche perché in più avrebbe il vantaggio di poterci seguire gli utenti ovunque. Ma davvero una sim e una "saponetta wifi" potranno offrire il giusto supporto per lavorare, guardare le partite in streaming e magari partecipare a una riunione via zoom contemporaneamente?
Il nodo coperture
La prima risposta è: non subito. La copertura del 5G arriva per ora solo ai principali capoluoghi di regione italiani e si sta allargando a una cinquantina di comuni, ma per ora nulla di più. In tutta Europa gli investimenti sulle infrastrutture vanno abbastanza a rilento, tanto che tra gli operatori c’è preoccupazione che il continente rischi di rimanere tagliato fuori dalle opportunità di crescita legate all'evoluzione della tecnologia. Secondo un report della compagnia Ericsson, ad aprile 2021 Unione europea e Regno Unito avevano di poco superato il 10% di popolazione coperta, contro il 38% degli Stati Uniti, il 50% della Cina, il 95% della Corea del Sud.
Questione di dimensioni
Anche una volta colmato il gap sulle infrastrutture, va poi detto che il 5G non è stato pensato per essere destinato all'uso domestico, come spiega bene Antonio Capone, responsabile scientifico dell'Osservatorio 5G & Beyond. "Questa tecnologia nasce per applicazioni industriali, anche se sarà utilizzata dai consumatori, soprattutto nel tempo libero. Riguarderà pero le connessioni mobili. La dorsale su cui si basano i servizi di accesso a internet non potrà che essere l’infrastruttura in fibra", premette l’esperto. La ragione è squisitamente tecnica. L’accesso domestico dell’utente finale deve avvenire tramite accesso a larghissima banda, che il 5G non ha. "È una questione di dimensioni: il tipo di capacità che può avere il 5G è dimensionata per un utente che usa un telefonino, non per la connessione casalinga, dove più soggetti si connettono contemporaneamente", prosegue Capone. "Sarebbe impossibile costruire reti così dense da garantire, per esempio, che tutte le case d’Italia si connettano contemporaneamente nell’ora di punta alla velocità di un Gigabit al secondo, come da target fissato dall’Unione europea. Un obiettivo invece pienamente raggiungibile con la fibra".
Ottimo per single e coppie
L’idea di un modem 5G che dentro o fuori casa serva tutta la famiglia, a casa e in vacanza, è dunque irrealizzabile? "Il modem consentirà di fare con gli altri dispositivi tutto quello che può fare con il telefonino. La differenza è che la linea verrà condivisa con altre persone, e questo farà sì che la velocità venga divisa per il numero degli utenti". Le tipologie di famiglie che potranno fare a meno del collegamento casalingo, spiega il responsabile dell’Osservatorio, saranno probabilmente quelle che lo fanno già oggi, i single o persone senza figli che non lavorano stabilmente da casa. Chi guarda la tv in streaming, o lavora da casa avrà bisogno della fibra ottica, specie se in famiglia ci sono dei figli.
La soluzione FWA per le aree non servite dalla fibra
Il segnale 5G potrà certo arrivare a servire gli utenti domestici, ma con modalità diverse, e cioè attraverso la FWA (Fixed Wireless Access), un tipo di connessione che utilizza le onde radio, e viene utilizzato dove non è possibile o non è economicamente vantaggioso fare arrivare i cavi dell’Adsl o della fibra. La differenza in questo caso è che la connessione arriva in casa tramite un piccolo ponte radio installato sulla propria abitazione. Secondo gli esperti è lo strumento che permetterà di colmare il digital divide nelle aree dove la banda larga non c’è.
Le sperimentazioni, dalle smart city alla sanità
Non è certo quello che ha in mente il consumatore comune, ma dopotutto, il futuro del 5G va decisamente in un’altra direzione. L’Osservatorio del Politecnico milanese ha censito nel suo ultimo rapporto ben 122 sperimentazioni del 5G. Scorrendo il rapporto scopriamo che riguardano in larghissima maggioranza applicazioni su ampia scala.
La nuova connessione mobile viene usata per il monitoraggio da remoto e per i sistemi di gestione della mobilità (per esempio per lo smart parking), nell’illuminazione intelligente, o per i servizi nelle aree urbane, come i cestini intelligenti per la raccolta differenziata.
In agricoltura serve a tenere sotto controllo le coltivazioni e ricevere alert in caso di situazioni anomale. E altri ambiti di applicazione sono la sanità, dove la trasmissione di dati in tempo reale aiuta a monitorare costantemente i parametri vitali dei pazienti. Moltissime sperimentazioni riguardano poi la cosiddetta "user experience", che trova applicazione nei media, per esempio permettendo servizi giornalistici in 4K e spettacoli in realtà virtuale, o nel turismo, con l’uso della realtà aumentata per riprodurre siti e monumenti storici; infine nell’istruzione, dove permette ad esempio a uno studente di medicina di interagire con un paziente virtuale.
Il futuro: prodotti nativamente connessi
Quello che vedremo domani saranno soprattutto prodotti e servizi intelligenti e connessi, dagli occhiali in 3D per la realtà virtuale al forno e alla lavatrice smart. Tutti oggetti che non saranno collegati a una rete esperta, ma saranno nativamente connessi, proprio come già avviene a molte automobili. Ci vorrà ancora qualche anno, ma per il momento, chi si gode una connessione 5G può già guardare i film in 4k dal telefonino, scaricare un video o un gioco in un secondo, godere di tutte le potenzialità della camera dello smartphone.
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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