Detrazioni costi internet casa, telefono e device: chi può richiederle
28 ago 2020 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Aziende, studi professionali, professionisti e lavoratori autonomi: in tempi di digitalizzazione "forzata" e di telelavoro le spese per gli adeguamenti tecnologici e l’Adsl sono diventate una voce di costo non trascurabile, specie ora che le norme che suggeriscono homeworking e video collegamenti. Per sostenere chi investe in questa direzione il governo ha introdotto qualche agevolazione, "dimenticando" però i costi delle connessioni web.
Un credito d’imposta per gli strumenti dello smartworking
Come ci spiega Giorgia Salardi, commercialista a Mantova, il Decreto Rilancio ha introdotto un'agevolazione che interessa studi professionali, aziende, liberi professionisti, e consiste in un credito di imposta del 60% diretto a tutti coloro che esercitano "attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico", per l’acquisto di apparecchiature e strumenti che favoriscono il lavoro agile e che sono quindi di ausilio al contenimento dell’epidemia.
Secondo i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate contenuti nella circolare 20/E del 10 luglio, rientrano in questa voce anche le spese per l’acquisto di programmi software, sistemi di videoconferenza, sistemi per la sicurezza della connessione, pc portatili. Tutti gli investimenti fatti entro il 31 dicembre 2020 danno diritto a un credito con il Fisco pari al 60% di quanto speso. Il modello per comunicare le spese ammissibili deve essere trasmesso all’Agenzia delle entrate dal 20 luglio 2020 al 30 novembre 2021.
Professionisti e studi: costi fissi e bollette Adsl deducibili per l’80%
Per le classiche spese di telefonia e Adsl restano invece in vigore le vecchie detrazioni e deduzioni. "Le spese necessarie ad esempio per l’installazione sul luogo di lavoro di una nuova linea telefonica con Adsl da parte di un professionista con partita Iva, studio o impresa scontano alcune semplici regole", spiega la Salardi.
Spese di internet e telefonia sono per l’Erario equiparabili e godono di una detrazione dell’Iva del 100%, così come le somme pagate per l’acquisto di apparecchi hardware e software. Il costo al netto dell’Iva è invece deducibile in dichiarazione dei redditi per una quota dell’80%, senza limiti di spesa.
Lo stesso ragionamento vale nel caso in cui si debba sostenere una spesa "una tantum" per portare per esempio la linea superveloce dalla cabina che si trova in strada al proprio studio professionale (in questo casi il costo è purtroppo a carico dell’utente, non della compagnia) per ottenere una connessione più veloce. In questo caso, avverte però la Salardi, trattandosi di una spesa consistente e non ricorrente, il costo dell’intervento non sarà interamente deducibile nel solo anno in cui si sostiene l’investimento, ma dovrà essere ammortizzato e dedotto nel giro di qualche anno. L’Iva, naturalmente, resta detraibile nello stesso anno.
Lavorare da casa, così si deduce il costo della linea veloce
Cosa cambia invece se il professionista o il lavoratore autonomo con partita Iva lavorano da casa? È possibile in qualche maniera scaricare questi costi? Una premessa è d’obbligo: i professionisti in regime di flat tax non possono per definizione usare nessuna di queste detrazioni. Perché come sappiamo non applicano l’Iva, e recuperano gli altri costi in via forfetaria a prescindere da quanto speso.
Chiarito questo, le soluzioni in questo caso sono due, come spiega la nostra esperta. Se le esigenze sono limitate si può scegliere un buon abbonamento per telefoni cellulari da usare sia per le chiamate e le altre attività da smartphone, sia come hotspot. Chi decide per questa opzione deve tenere presenti però due cose:
- le detrazioni previste sull’acquisto dell’apparecchio o dell’abbonamento voce e dati da mobile sono più basse. La detraibilità dell’Iva si abbassa infatti dal 100% al 50%, anche se il costo resta una voce deducibile per l’80% nell’anno stesso;
- per potere scaricare queste spese bisogna avere un abbonamento intestato con partita Iva, e presentare a fine anno al commercialista le fatture intestate con l’indicazione della partita Iva, perché lo scontrino di una eventuale ricaricabile non ha valore fiscale. Il lavoratore autonomo o il professionista dovrà quindi farsi carico del costo dell’abbonamento, che in generale è più oneroso rispetto alla classica ricaricabile.
Per non finire per rimetterci, meglio quindi fare due conti seduti a tavolino e scegliere l’opzione che effettivamente risulta più vantaggiosa, considerando esigenze e costi al netto dei vantaggi fiscali.
La linea di casa come in ufficio
La seconda soluzione, quella da considerare nel caso in cui avessimo bisogno a casa di una linea più veloce e performante, è quella di un abbonamento Adsl business. Come per la telefonia mobile, sarà possibile godere di una detrazione sull’Iva del 50% (e non del 100%) e della deduzione dell’80% sul costo. E' necessario naturalmente intestare il contratto alla propria persona fisica e inviare una comunicazione all’ufficio Iva, in cui viene indicato che la sede della propria attività è a casa. Bisognerà però adibire la propria casa ad uso promiscuo, destinando una stanza all’attività professionale, per potere dimostrare in caso di controlli che effettivamente l’attività viene svolta tra le mura domestiche.
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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