Intelligenza artificiale a scuola: sì, ma alle giuste condizioni

Vantaggi e pericoli dell’intelligenza artificiale

Negli ultimi tempi si parla molto di intelligenza artificiale, ponendo particolare attenzione a quelli che sono i vantaggi e i pericoli di questo nuovo strumento. Da un lato, infatti, la tecnologia permette per esempio di elaborare grandi quantità di dati rapidamente e con precisione, di svolgere compiti ripetitivi e monotoni e analizzare dei dati che supportano decisioni aziendali - e così via.

D'altro lato, è stato posto l'accento su aspetti negativi, come l'inquinamento derivante dal suo utilizzo, la possibilità che sostituisca parte del lavoro umano e rischi legati alla raccolta di dati personali.

Ad ogni modo, i suoi utilizzi sono molteplici e si possono sfruttare in molti campi, uno di questi è la scuola. Tuttavia è necessario che gli insegnanti conoscano bene lo strumento in modo da utilizzarlo al meglio, cogliendone i vantaggi.

Come sfruttare l’intelligenza artificiale a scuola

Nelle scorse settimane, il motore di ricerca DuckDuckGo ha reso disponibile un importante aggiornamento, ossia ha aggiunto l’icona “chat” con cui si può iniziare un dialogo con due dei principali modelli di IA generativa: ChatGPT oppure Claude.

Se da un lato questo strumento permette di accedere facilmente a nozioni di qualunque tipo, è bene essere consapevoli che le informazioni potrebbero anche essere errate o, quantomeno, non del tutto corrette. Nonostante questa possibilità, molti docenti universitari sono preoccupati di ricevere tesi scritte nella quasi totalità da ChatGPT.

L’utilizzo dell’IA in campo didattico è un territorio ancora quasi del tutto sconosciuto. A tal proposito, Riccardo Larini ha scritto una rassegna in cui mostra come, nonostante si tratti di un campo in espansione, sia già estremamente complesso. Sebbene sia importante sapersi tutelare da questo strumento, spiega l’importanza di non lasciarsi sopraffare dai timori degli utilizzi illeciti dello strumento in quanto, se usato in modo consapevole, può permettere una democratizzazione dell’istruzione.

Larini mette al primo posto l’importanza della formazione dei docenti, cosa non sempre possibile, anche in virtù del fatto che non esistono esperienze precedenti. Inoltre bisogna tenere conto della necessità di effettuare un’attenta verifica dei risultati. Nel caso i risultati siano negativi, lo strumento non deve essere abbandonato, semplicemente non deve essere utilizzato nello stesso modo.