Smartworking: secondo uno studio protegge anche l'ambiente

Roma, Torino, Bologna e Trento

Lo svela uno studio dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) dedicato all’impatto ambientale del lavoro da remoto in quattro città-campione - Roma, Torino, Bologna e Trento - tra 2015 e 2018.

Lo studio è appena stato pubblicato sulla rivista internazionale Applied Sciences.

Un'auto ogni due italiani

Nel nostro Paese circa una persona su due possiede un’autovettura, vale a dire 666 auto ogni 1000 abitanti, un dato che pone l’Italia al secondo posto in Europa per il più alto tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo.

L'ha spiegato Roberta Roberto, ricercatrice ENEA (nel Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili) e co-autrice dell’indagine insieme ai colleghi di altri settori Bruna Felici, Alessandro Zini e Marco Rao.

Il peso dei trasporti

Nel comunicato di ENEA si legge che in Italia i trasporti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni totali nazionali di gas ad effetto serra e quasi tutte (93%) provengono dal trasporto su gomma, con le automobili a fare la parte del leone (70%).

Uno stimolo per la politica

Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, ha spiegato Roberto, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento.

È in grado non solo di migliorare la qualità di vita professionale e personale, ma anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino e di rivitalizzare intere aree periferiche e quartieri considerati dormitorio.

La ricerca vuole essere anche uno stimolo affinché chi governa incoraggi l'uso dello smartworking.