Internet e minori, gli strumenti per navigare sicuri
24 mar 2021 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
La Dad, le chat, i giochi online e le serie tv in streaming, i social, i video di Youtube. Da ormai più di un anno la stragrande maggioranza delle attività dei nostri figli è online. Nella loro camera o tra le quattro mura di casa, è come se a 9, 10 o 15 anni trascorressero gran parte della giornata in un altrove affollato di coetanei e adulti, spesso senza i mezzi per gestire le situazioni, senza controlli o limiti. I dati diffusi dal ministero dell’Istruzione ci dicono che 6 ragazzi su 10 sono connessi dalle 5 alle 10 ore al giorno, e per il 59% di loro la sensazione è che gli episodi di cyberbullismo siano aumentati.
È cresciuto, inoltre, il rischio di contatti indesiderati, fake news e sexting, per non parlare degli episodi di emulazione che vedono protagonisti bambini di 9-10 anni. Tra le note positive, il fatto che l’85% degli intervistati dichiari di avere dato a un proprio coetaneo dei consigli sull’uso corretto del web, segno che crescono la responsabilità e la solidarietà tra i giovani utenti. Ma non basta. Ecco allora cosa usare per dare loro, soprattutto ai più piccoli, uno scudo dai pericoli più comuni.
I consigli della polizia: consapevolezza al primo posto
Gli strumenti per limitare l'esposizione ai pericoli ci sono e sono numerosi, ma una premessa è d'obbligo: nessun filtro e nessun parental control può rivelarsi efficace se ai nostri figli non avremo dato dei mezzi propri per gestire i rapporti con il mondo virtuale.
È per questo che tra i consigli che la Polizia di Stato distribuisce ai genitori c’è quello di stare vicino ai minori quando creano profili legati a un nickname, insegnare loro l’importanza di non rivelare in rete la propria identità, né fornire informazioni personali, oppure non accettare mai di incontrare chi si è conosciuto in rete.
Non è semplice, ma va anche speigato che le proprie foto, specie se intime, non vanno condivise, non bisogna rispondere alle mail di cui non si conosce il mittente, né richiamare numeri sconosciuti.
I primi strumenti di difesa
Tra i consigli della Poliza di Stato c'è anche quello di tenere d'occhio i movimenti di nostro figlio sul web: se abbiamo accesso al loro device non dobbiamo fare altro che attivare la cronologia dalle impostazioni di navigazione dello strumento. In questo modo l'apparecchio terrà traccia di tutti i siti visitati e potremo fare un controllo periodico, di grande aiuto se l'impressione è quella di non sapere come l'adolescente trascorre il suo tempo al pc.
Va detto che lo strumento ha i suoi limiti, e non solo di tipo pratico. Se il nostro utente è già abile abbastanza da attivare la navigazione in anonimo o cancellare i dati delle sue ricerche troveremo registrate solo alcune informazioni. Più utile e praticabile è invece la soluzione di installare un buon antivirus per evitare malaware e furti di dati, più frequenti quando a "navigare" sono mani poco esperte.
Consigliato anche un firewall, un software che fa da "guardiano" e controlla il traffico in entrata e in uscita dalla nostra connessione internet, con lo scopo di impedire ad altri utenti di navigare nella propria rete.
I principali filtri famiglia
Se l'esigenza è quella di circoscrivere il perimetro della navigazione ai siti sicuri o adatti ai minori non è necessario acquistare un software, perché filtri sono presenti naturalmente già nei sistemi operativi, nei motori di ricerca e nei browser che utilizziamo normalmente, basterà impostarli manualmente dalla funzione impostazioni.
Serve un po’ di pazienza, perché bisogna installare queste funzionalità su ogni device che entra in possesso del minore, ma il procedimento è in genere abbastanza semplice. Prendiamo Google. Per evitare che durante le ricerche i nostri bambini si imbattano per sbaglio in contenuti inappropriati, o peggio, in immagini pornografiche o violente, bisogna attivare il Safe searcher.
Basta accedere direttamente dalla pagina di Google alla voce "impostazioni di ricerca" , e spuntare la voce Safe searcher. Anche con Youtube si può fare un’operazione analoga: una volta sul sito o sulla App bisogna cliccare sull’icona del proprio account (in pratica il "pulsante" su cui compare la foto o l’iniziale del nome) , e da lì selezionare la voce "impostazioni" e poi attivare "modalità con restrizioni".
Quanto a Chrome – per citare un browser molto usato – ha la App gratuita Family link, che permette a chi la scarica di gestire per l’account selezionato (in questo caso quello del proprio figlio ) limitando le ore di uso giornaliero, visualizzando le sue attività, e impendendo l’installazione id determinate App. Non è finita, perché ci sono estensioni come Blocksite, Adult Blocker, e FoxFilter, che una volta scaricate permettono di impostare una sorte di "divieto di accesso" su determinati siti.
Software servizi a pagamento
Naturalmente sul mercato ci sono decine di software che permettono di impostare filtri famiglia su uno o più dispositivi, e stabilire a tavolino un elenco predefinito di siti da evitare. Sono software a pagamento, come gli antivirus, hanno abbonamenti mensili e offrono la possibilità di controllare tutto il traffico dati e le attività relative a uno o più apparecchi, impostare limiti di orario e un blocco per siti e app. Alcuni danno anche la possibilità di controllare le attività social, le email e le chat, che è una funziona importantissima.
Compagnie telefoniche in prima fila
Anche le compagnie telefoniche si sono mosse in questa direzione, e oggi con i principali operatori è possibile attivare direttamente dal proprio abbonamento Adsl o mobile un filtro famiglia, su uno o più device. E' una soluzione comoda, perché per avviare il servizio basta contattare la compagnia, e la spesa va ad aggiungersi direttamente alla bolletta mensile, senza bisogno di stipulare un nuovo contratto.
Il costo parte in genere da 1 euro al mese ( a seconda della compagnia, del livello e del numero degli apparecchi da tenere sotto controllo), quanto al servizio, consiste in una rete di protezione che da una parte fornisce uno scudo contro malaware, virus e reati informatici come il furto di dati, e dall’altro prevede un parental control che consente di bloccare l’accesso a siti e contenuti indesiderati, limitare il tempo online o su App.
Hanno queste caratteristiche il "Tim Protect" di Tim" ("Tim Safe web plus" per la rete mobile) e i servizi Digital Privacy & Security di Vodafone, e WindTre Family Protect, entrambi per connessione fissa e mobile.
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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