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Interessi bancari: cosa sono e come calcolarli

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Le 3 cose da sapere:

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    Attivi: interessi corrisposti dalla banca ai correntisti per il deposito delle somme

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Conti Correnti: trova il più vantaggioso
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Sommario

Se depositare in banca il denaro non rendesse nulla, tanto varrebbe metterlo sotto il mattone, come facevano i nostri bisnonni! Invece tenere i soldi in banca, al netto dei costi di gestione del conto corrente e del conto deposito, rende sempre qualcosa: gli interessi. Anche se non si tratta di rendimenti stratosferici, chi desidera avere il denaro sempre pronto all’uso e con una piccola rendita senza rischi, nel conto corrente e deposito trova sicuramente lo strumento che fa per lui.

Interessi bancari: cosa sono

Gli interessi bancari sono dunque la remunerazione che il correntista trova per aver depositato le proprie somme in banca. Dal punto di vista di quest’ultima, gli interessi sono il costo pagato per avere i soldi dei correntisti in prestito per i propri investimenti, ovvero il compenso versato ai detentori di conto corrente per aver messo la propria liquidità a disposizione della banca.

Attivi e passivi: i tipi di interessi

Gli interessi bancari si differenziano inattivie passivi. Con interessi attivi si intendono quelli descritti, ovvero gli interessi corrisposti dalla banca ai correntisti per aver ricevuto in deposito il loro capitale sul conto corrente o sul conto deposito, e si indicano, solitamente, con una percentuale che rappresenta la quota di remunerazione che spetta a chi presta una somma di denaro da parte di chi quella somma l’ha ricevuta (in questo caso la banca). Gli interessi passivi sono invece quelli che i clienti devono corrispondere alla banca in caso stipulino con essa un contratto di mutuo o un prestito, e si individuano di solito con TAN e TAEG.

Conti correnti e conti deposito: come calcolare gli interessi

Per calcolare gli interessi attivi, che tipicamente vengono applicati a conti correnti e conti deposito, bisogna prima tener presente che l’interesse può essere semplice (ovvero una percentuale sul capitale corrisposta alla fine di un periodo di tempo) o composto (ovvero l’aggiungersi progressivo degli interessi al capitale, che fanno maturare nuovi interessi). Inoltre bisogna distinguere, nel caso del conto deposito, se questo sia vincolato o meno. Nel caso di conto deposito non vincolato, infatti, il tasso di interesse resta quello base, quale che sia la lunghezza del tempo durante il quale decidiamo di mantenere ferme le nostre somme. Se si tratta invece di un conto vincolato, il tasso di interesse applicato varierà a seconda di quanto tempo scegliamo di mantenere depositato il nostro denaro (ad esempio può essere lo 0,5% per un deposito di sei mesi, l’1% per un vincolo di un anno, l’1,5% per due anni e così via).

Ciò detto, il calcolo dell’interesse su una somma custodita in conto deposito o in conto corrente (naturalmente al lordo di spese e tasse, che andranno poi sottratte per stabilire il rendimento effettivo) è semplicemente la moltiplicazione del capitale per il tasso di interesse annuo per il numero di anni sui quali effettuiamo il conteggio, o lungo i quali dura il vincolo.

Come calcolo gli interessi?

La formula matematica per calcolarlo è la seguente: Interesse= (Capitale depositato * tasso di interesse annuo * tempo in giorni) / 36500. Ad esempio, se su un conto deposito vincolato all’1,5% annuo depositiamo una somma di mille euro per due anni, l’interesse lordo sarà calcolabile come (1000_1,5_730)/36500=30 euro. Allo stesso modo, se su un conto corrente allo 0,5% depositiamo gli stessi 1000 euro, avremo (1000_0.5_365)/365000=5 euro annui di interessi.

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