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Conti corrente, ecco la cifra da non superare con un bonifico e perché

2 set 2024 | 5 min di lettura | Pubblicato da Giusy Iorlano

coppia che controlla il conto bancario al pc

Il bonifico bancario è uno strumento essenziale e largamente utilizzato per il trasferimento di denaro tra conti correnti, sia tra privati che tra aziende.

Nonostante la sua diffusione e l’apparente semplicità, è importante comprendere che esistono delle soglie oltre le quali un bonifico potrebbe attirare l’attenzione del Fisco. E’ bene sottolineare che superare queste soglie non è illegale, ma si potrebbe incappare nella normativa antiriciclaggio con una serie di controlli e verifiche che possono risultare scomode o problematiche.

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La soglia di attenzione: 5 mila euro

Tra i metodi di pagamento più utilizzati nel nostro Paese vi è sicuramente il bonifico bancario. Nuove regole in termini di metodi di pagamenti tracciabili sono state già inserite dalla legge di bilancio n. 197 del 2022. Quest’ultima ha dettato nuove regole per i metodi di pagamento tracciabili, e ha fissato, in Italia, il limite di riferimento per i bonifici bancari che potrebbe far scattare dei controlli a 5 mila euro. Questo valore non è fissato per legge come una cifra massima che non può essere superata, ma rappresenta, comunque, come detto, una soglia che potrebbe richiamare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate. Le banche, in qualità di intermediari finanziari, hanno l’obbligo, infatti, di monitorare le transazioni effettuate dai loro clienti e segnalare quelle ritenute sospette all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). La soglia dei 5 mila euro è quindi considerata un punto di attenzione oltre il quale le transazioni potrebbero essere esaminate più da vicino.

Perché esiste questa soglia?

La soglia di 5 mila euro non è casuale. Si tratta, infatti, di una cifra stabilita per aiutare a prevenire il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale, due fenomeni che rappresentano una minaccia significativa per l’economia e la sicurezza finanziaria. Il primo, infatti, è un processo mediante il quale fondi ottenuti illegalmente vengono “ripuliti” attraverso una serie di operazioni finanziarie, in modo da farli apparire legittimi. Le banche, in questo caso, sono tenute a segnalare transazioni di importo elevato che non sono compatibili con il profilo del cliente. Ad esempio, se un cliente abitualmente gestisce piccoli importi e improvvisamente riceve un bonifico di 10 mila euro, la banca potrebbe considerare l’operazione sospetta e segnalarla all’UIF.

L’evasione fiscale è un altro problema significativo. Bonifici di importo elevato possono attirare l'attenzione dell’Agenzia delle Entrate, che potrebbe avviare verifiche per accertare se il denaro sia stato correttamente dichiarato e tassato. Se emergono discrepanze, il contribuente potrebbe essere soggetto a sanzioni o ulteriori indagini.

Insomma, le operazioni finanziarie di importo elevato, soprattutto se effettuate senza una chiara giustificazione economica, potrebbero nascondere attività illecite. Ecco perché le autorità hanno implementato misure per monitorare e ‘tracciare’ tali movimenti e garantire che siano in linea con le normative vigenti.

Implicazioni pratiche per i privati e le aziende

Per i privati, la soglia di 5 mila euro può rappresentare un elemento da considerare attentamente, specialmente in contesti familiari o in operazioni immobiliari, dove è comune trasferire somme elevate. Per le aziende, invece, la gestione dei flussi finanziari è soggetta a controlli ancora più stringenti, e superare tale soglia senza una chiara documentazione potrebbe risultare problematico.

Se si prevede di effettuare o ricevere un bonifico superiore a 5 mila euro, è fondamentale essere consapevoli dei potenziali rischi e adottare delle precauzioni. Vediamo ora alcuni consigli pratici.

Come gestire un bonifico di importo elevato

  1. Fornire una causale chiara e dettagliata: la causale del bonifico è una parte fondamentale della transazione. Deve essere dettagliata e precisa, descrivendo chiaramente il motivo del trasferimento. Ad esempio, se si tratta del pagamento di una fattura, è consigliabile inserire il numero della fattura, la data e il tipo di servizio o prodotto acquistato. Una causale vaga o generica, come ‘pagamento’, potrebbe sollevare dubbi durante un controllo.
  2. Documentare la transazione: è sempre buona norma conservare tutta la documentazione che giustifica la transazione. Ciò include contratti, fatture, ricevute, e qualsiasi altro documento che possa spiegare l’origine e la destinazione del denaro. Questa documentazione può essere utile in caso di eventuali richieste di chiarimenti da parte delle autorità.
  3. Valutare la possibilità di suddividere l’importo: se è possibile e legale farlo, considerare di suddividere l'importo in più bonifici di valore inferiore, eseguiti a distanza di tempo. Questa pratica può ridurre la probabilità che la transazione venga segnalata. Tuttavia, è importante non frazionare artificialmente le transazioni allo scopo di eludere i controlli, poiché questa pratica potrebbe essere considerata sospetta.
  4. Consultare un consulente fiscale: in caso di dubbi, specialmente per operazioni complesse o di importo rilevante, è consigliabile consultare un consulente fiscale. Un esperto può fornire indicazioni su come procedere nel rispetto delle normative, evitando di incorrere in sanzioni o problemi legali.

Cosa succede in caso di controllo?

Se una transazione supera la soglia dei 5 mila euro e viene segnalata come sospetta, potrebbe essere sottoposta a un controllo più approfondito da parte delle autorità fiscali. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate dà la possibilità al cittadino di fornire le dovute spiegazioni con un contraddittorio preventivo. A tal fine, il contribuente riceverà una convocazione da parte di un funzionario del Fisco, durante il quale avrà la possibilità di giustificare le presunte anomalie rilevate. Se tutto è in regola e ben documentato, non ci saranno ulteriori conseguenze.

Tuttavia, se emergono discrepanze, il contribuente potrebbe essere soggetto a sanzioni, richieste di pagamento di imposte arretrate o, nei casi più gravi, avviare un’indagine per accertare la presenza di eventuali reati, come l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro.

Autore
foto Giusy Iorlano

Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma.

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