Il 2023 sarà un anno di grandi cambiamenti per il mercato televisivo

Il successo delle piattaforme streaming

Negli ultimi anni, le Pay TV Online hanno conquistato milioni di telespettatori in tutto il mondo, anche in Italia. La grande varietà dei programmi, i contenuti on-demand, il costante aggiornamento dei cataloghi ed i prezzi contenuti hanno ammaliato le persone di tutte le età, portandole a sottoscrivere uno o più abbonamenti alle varie piattaforme di streaming.

Tuttavia, qualcosa in questo meccanismo si è inceppato, con improvvisi cali di utenti, aumenti dei prezzi per gli abbonamenti e modelli di business costretti a cambiare drasticamente.

Com'è cambiata la tv tradizionale

Nel frattempo, la televisione tradizionale ha cambiato pelle.

Ad esempio, in Italia dal 21 Dicembre 2022 abbiamo detto addio alle trasmissioni in MPEG-2 per passare ad una codifica più moderna, ossia l’MPEG-4 AVC, tutto ciò mentre il parco dei televisori si ammodernava con TV compatibili con il nuovo formato e sempre più smart per connettersi a internet.

Cosa aspettarsi?

Kantar, azienda specializzata nell’interpretazione e analisi dei dati, ha pubblicato un rapporto intitolato Media trends e previsioni per il 2023 in cui analizza proprio questa fase di transizione sia per le Pay TV Online, sia per la TV tradizionale.

Dal documento emerge che, già a partire dal 2023, assisteremo ad un nuovo cambiamento destinato a rimescolare le carte: i vincitori della guerra delle piattaforme saranno coloro che utilizzano strategie di consegna che raggiungono il giusto equilibrio tra contenuti video on-demand e lineari, si legge in un estratto ripreso dalla stampa spagnola.

A proposito di mix tra le trasmissioni lineari ed on-demand, va detto che ci sono già alcuni esempi, come l’esperimento di Netflix Direct in Francia, ma anche i canali in streaming messi a disposizione da alcune emittenti lineari sulle nuove smart TV per ampliare la propria offerta senza occupare frequenze.

La smart TV, apprezzata sia da chi guarda i programmi lineari che quelli on-demand, diventerà quindi il punto d’accesso privilegiato alle Pay TV Online e ai canali tradizionali, mentre tra i broadcaster, anche a causa della crisi economica, sopravvivrà chi riuscirà a diversificare meglio la propria offerta mediando tra i contenuti a pagamento e gli annunci pubblicitari, con l’obiettivo di conquistare ampie fette di pubblico.