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Giacenza media conto corrente: cos'è e come si calcola

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Conti Correnti: trova il più vantaggioso
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Da qualche anno a questa parte il fisco ha aumentato i controlli utilizzando strumenti all'avanguardia che permettono, oggi, di sapere effettivamente quanto una persona possiede: in altri termini sotto la lente dell'Agenzia delle Entrate passano conti correnti, conti deposito, libretti postali e carte di credito, oltre ad avere informazioni provenienti addirittura dalle carte prepagate.

Ad essere maggiormente colpiti sono, senza dubbio, i conti corrente adoperati dalla maggioranza degli italiani soprattutto per l'accredito dello stipendio. Il conto corrente permette al datore di lavoro di versare gli emolumenti mensilmente mentre il libero professionista se ne serve per agevolare i pagamenti effettuati dai propri clienti. Inutile negare l'importanza del conto corrente per la vita di tutti i giorni e se da un lato le offerte di banche ed istituti sembrano invogliarne l'apertura, dall'altro ogni piccolo movimento viene reso tracciabile. In alcuni casi il possesso del conto corrente è obbligatorio. Attualmente la legge vieta l'uso del contante in specifiche circostanze e per un certo ammontare la cui soglia obbliga a procedere mediante bonifico: il limite massimo è di 3 mila euro, ma in molte circostanze la tracciabilità della spesa si reputa necessaria per accedere alle agevolazioni fiscali.

Sommario

A cosa serve la giacenza media

La necessità del conto corrente è quindi palese, ma alcune leggi, come la 201/2011, impongono a banche ed istituti di credito di comunicare periodicamente una serie di dati afferenti proprio ai conti correnti: sarà necessario fornire informazioni su movimenti, saldo a inizio e a fine anno, giacenza media a cui si aggiunge il numero di prelievi e di versamenti effettuati sul conto. Ed è proprio la giacenza media ad interessare maggiormente il fisco, in quanto fornisce dettagli utili a stabilire la media del denaro sul conto in riferimento ad un arco temporale prestabilito. Il saldo iniziale e quello finale, così come il numero dei movimenti, potrebbero essere facilmente elusi mentre con la giacenza media si ha un quadro chiaro delle somme versate da parte dell'intestatario. Conoscere quindi la giacenza media di un conto corrente significa, per l'Agenzia delle Entrate, prevenire comportamenti che potrebbero essere attribuibili al reato di evasione fiscale. Quest'ultimo comporta l'applicazione di una serie di sanzioni, raccolte tutte in una cartella, oltre alla possibile apertura di un contenzioso nei confronti del Fisco (qualora se ne reputi la necessità) il cui esito non sempre è dei migliori.

Ma la giacenza media non è solo un dato rilevante ai fini reddituali, diventando piuttosto un dato fondamentale per accedere a numerosi benefici messi a disposizione annualmente dal Governo. E' l'esempio delle borse di studio a cui è possibile accedere negli anni universitari, dei buoni libro concessi agli studenti, dei sussidi economici forniti in particolari circostanze quando chi ne fa richiesta possiede i requisiti per diventare soggetto beneficiario. Alcune agevolazioni sono previste per il pagamento delle utenze principali quali la luce ed il gas, ma anche per la mensa scolastica il cui servizio può essere fornito gratuitamente se non si superano determinate soglie. I servizi sanitari sono gratuiti qualora l'ISEE accerti una determinata condizione economica ed è proprio in tale contesto che si realizza quell'eguaglianza sociale decantata dalla Costituzione. La giacenza media, in tal caso, attesta la ricchezza posseduta dal singolo soggetto che, pur in assenza di beni mobili e di immobili, potrebbe avere un cospicuo conto corrente pur non avendo intestato alcun tipo di patrimonio. La giacenza media, infatti, è un indicatore altamente affidabile che permette effettivamente di concedere benefici a chi ne ha davvero la necessità. Volendo eludere i dati, l'Agenzia delle Entrate verrebbe comunque a conoscenza di ogni singola informazione semplicemente confrontando quanto dichiarato dagli istituti di credito con ciò che viene attestato dalla persona fisica.

Come si calcola la giacenza media del conto corrente

Calcolare la giacenza media non è poi così difficile: letteralmente si tratta di un metodo matematico che utilizza i dati inclusi in un arco temporale prestabilito che, nella maggior parte dei casi, coincide con l'anno solare (1 gennaio - 31 dicembre). L'intervallo di tempo testimonia l'ammontare delle somme di denaro depositate o prelevate dall'intestatario del conto corrente poiché il calcolo si riduce ad una semplice media ponderata, proprio come quella calcolata sui banchi di scuola. Dal sito dell'Agenzia delle Entrate si desume l'algoritmo adoperato dagli istituti di credito che, in termini letterali, dovranno determinare la giacenza dividendo la somma delle giacenze giornaliere presenti sul conto per 365 (ovverosia per un anno), a prescindere dal numero di giorni in cui il conto corrente sia stato effettivamente utilizzato. Le giacenze giornaliere si deducono dal saldo attivo/passivo presente in un dato giorno e, qualora ci fosse un saldo negativo il valore da attribuire sarà pari a zero.

Ulteriori regole vigono qualora il conto corrente abbia una divisa estera, cioè abbia una valuta differente rispetto all'euro poiché in tal caso subentreranno calcoli differenti a seconda del valore attribuito alla valuta e alla tipologia dei rapporti finanziari. Nulla di complicato qualora si chieda la certificazione della giacenza direttamente presso l'istituto di credito a differenza dei calcoli eseguiti in via autonoma che potrebbero, in molti casi, comportare degli errori. Nonostante la determinazione della giacenza media possa sembrare semplice (basterebbe avere sotto mano gli estratti conto con tutti i movimenti avvenuti in un anno) non sempre il calcolo può essere agevolato, a maggior ragione quando il numero di prelievi e versamenti è frequente e qualora sul conto corrente esistano deleghe di prelievo da parte di terzi soggetti. E' l'esempio delle utenze la cui bolletta è addebitata direttamente sul conto, oppure delle somme trattenute da altri istituti per il pagamento di finanziarie, mutui e altre tipologie di prestito. Come se ciò non bastasse, in molti casi il saldo effettivo non coincide con il saldo contabile potendo entrambi attestare importi differenti. Il saldo effettivo constata la somma di danaro presente in un determinato momento sul conto corrente, mentre nel saldo contabile sono incluse tutte quelle spese già effettuate ma non ancora addebitate. Se si paga con carta di credito il saldo contabile accerterà l'importo versato direttamente con il bancomat, ma il saldo effettivo sarà maggiore poiché trascorreranno alcuni giorni prima che la cifra venga finalmente trasferita dal conto corrente. Se non si conoscono le regole basilari insegnate in economia ed in finanza, difficilmente si potrebbe definire la giacenza media annua senza l'ausilio di un professionista. Le conseguenze potrebbero essere importanti, poiché la falsa attestazione dei dati finanziari può comportare sanzioni notevoli oltre all'intervendo della Guardia di Finanza nei casi più gravi. L'Agenzia delle Entrate procederà mediante controllo incrociato dei dati forniti dal soggetto rispetto a quelli inoltrati dagli istituti finanziari e nonostante sussista una soglia di tolleranza (per eventuali scostamenti) gli accertamenti potrebbero essere alle porte.

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