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Bollette luce e gas: come risparmiare nella seconda casa

11 nov 2020 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.

Non tutti i contratti di elettricità e gas sono uguali, e questo lo abbiamo imparato da tempo.

Ma quando il discrimine è tra prima e seconda casa, la differenza è molto più decisa, come di certo si sarà reso conto chi riceve ogni bimestre le bollette della casa di vacanza: consumi praticamente nulli per la maggior parte dell’anno, e bollette sempre e comunque salate.

Energia: confronta le tariffe

Il discorso riguarda soprattutto le spese di elettricità, perché l’Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Arera) prevede in questo ambito un sistema di conteggio che differenzia le utenze nelle abitazioni di residenza da quelle che non lo sono, gravando soprattutto sulle seconde.

Tra vecchio e nuovo sistema

Dal 2018 il "vecchio" sistema di tariffazione, che pure distingueva tra utenze "prima casa" e utenze di abitazioni senza residenza, applicando a queste ultime costi fissi equiparati a quelli di chi aveva un contatore con potenza più alta, è andato in pensione per lasciare il posto a un altro meccanismo.

Il nuovo metodo di calcolo ha continuato però a penalizzare le seconde case, forse in misura anche maggiore, accrescendo per tutte le utenze il peso delle spese fisse da una parte, e prevedendo costi aggiuntivi sulle tariffe non residenti dall’altra. Basti pensare che secondo le stime le fattura di una prima casa sono a parità di consumi circa il 30% più basse di quelle delle altre abitazioni.

Penalizzate le case di vacanza

Come è possibile? Come sappiamo, la tariffa dell’energia elettrica è composta dal costo della materia prima e da una quota di spese fisse divise in quattro voci principali, indipendenti dal volume di consumi. Con il nuovo sistema di tariffazione è cresciuta per tutti la percentuale di una di queste voci, il costo che noi utenti paghiamo per il trasporto dell'energia e la gestione del contatore, che in media equivale al 15% della bolletta totale.

Sulle tariffe "non residenti" è stata appesantita inoltre una seconda spesa fissa, quella dei cosiddetti "oneri di sistema". Le due voci messe assieme costituiscono in media il 40% della bolletta totale, un dato che già la dice lunga su quanto i costi fissi incidano sulle fatture di utenze che restano "spente" per diversi mesi all'anno. Secondo alcuni calcoli, anche a consumi zero chi ha una seconda casa si trova a dover pagare comunque più di 250 euro all'anno di costi "base".

Occhio al canone Rai

Risparmiare sulle bollette delle abitazioni non di residenza, insomma, non è facile, ma facendo attenzione ad alcune voci si possono perlomeno eliminare spese non dovute, come per esempio il canone Rai.

  • La tassa di norma viene caricata solo sulla fattura elettrica riferita all’utenza di residenza dell’intestatario, e una volta sola per ciascun nucleo familiare. Se però, come accade a volte, il contratto della seconda casa è intestato a un altro componente della famiglia – per esempio un compagno o un consorte - il canone potrebbe essere addebitato due volte per la stessa famiglia, sia sull’utenza principale che sull'altra.
  • Per liberarsi del balzello basta inviare all’Agenzia delle entrate una richiesta, usando il modulo di esenzione del canone Rai. Anche verificare se questa voce compare in fattura è semplice, è sufficiente controllare l’elenco delle spese cercando la voce "canone di abbonamento per la televisione a uso privato", che ha un costo fisso bimestrale di 9 euro.

Alla ricerca di offerte su misura

Come tagliare invece le voci di costo non fisse? Il primo passo da fare è procedere con un attento checkup dei consumi della seconda casa. Bisogna stabilire quanto e quando, cioè in che periodi viene utilizzata la seconda utenza, se solo in una stagione o tutto l’anno nei weekend, o ancora se solo in alcuni mesi, se per tutto il giorno o solo la sera. Partendo da qui bisogna cercare una proposta commerciale su misura.

Alcune compagnie hanno in portafoglio proposte ad hoc per la seconda casa. In alcuni casi ci sono tariffe luce o tariffe gas flessibili che permettono di avere di prezzi più bassi nei giorni festivi e nei fine settimana, quando è più facile sfruttare le utenze. Altri, invece, propongono una tariffa monoraria con prezzo bloccato, e uno sconto fisso (intorno al 20%), nel caso in cui i consumi annui restino sotto una determinata soglia.

Altra cosa da fare è chiedere alla stessa società che ci fornisce elettricità per l’abitazione di residenza se sono previsti sconti o agevolazioni per chi ha un doppio contratto (prima più seconda casa). Qualche azienda propone addirittura l’invio di una sola fattura per entrambe le utenze, così il titolare risparmia tempo e non rischia di perdere i documenti.

Quasi tutti gli operatori, inoltre, prevedono la possibilità di ricevere le bollette solo in formato telematico e di gestire la propria utenza da un portale dedicato, consultando da qui le bollette emesse, lo stato dei pagamenti, comunicando l’autolettura, le segnalazioni e la richiesta di informazioni. È utile non solo per risparmiare i soldi dell’invio della fattura, ma anche per monitorare la propria utenza via web, senza rischiare di perdere fatture e documenti, e di dimenticare pagamenti.

Autore
giorgia nardelli

Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.

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