Versamento del TFR nel fondo pensione: come fare e perché conviene
Le 3 cose da sapere:
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Versare il TFR in un fondo pensione permette di ottenere rendimenti a lungo termine superiori.
1Versare il TFR in un fondo pensione permette di ottenere rendimenti a lungo termine superiori.
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Il TFR destinato a un fondo pensione beneficia di una tassazione agevolata.
2Il TFR destinato a un fondo pensione beneficia di una tassazione agevolata.
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Nei fondi pensione negoziali, il datore di lavoro può contribuire con una quota aggiuntiva.
3Nei fondi pensione negoziali, il datore di lavoro può contribuire con una quota aggiuntiva.
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) rappresenta una somma accantonata annualmente dal datore di lavoro a favore del dipendente, che viene liquidata alla cessazione del rapporto di lavoro. La trattenuta ammonta al 6,91% della retribuzione lorda, pertanto ogni anno si accantona un importo corrispondente ad una mensilità.
Tradizionalmente, il TFR può rimanere presso l'azienda o essere destinato a un fondo pensione, un'alternativa sempre più popolare per chi desidera massimizzare i propri risparmi per la pensione. Ma qual è la scelta più conveniente? Di seguito vedremo quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ogni opzione, focalizzandoci sul versamento del TFR nel fondo pensione.
Sommario
TFR nel Fondo Pensione: come fare e quando conviene
Versare il TFR in un fondo pensione richiede una scelta consapevole e ben ponderata, che deve essere comunicata all’azienda al momento dell’assunzione o entro 6 mesi dal termine del periodo di prova. Per procedere al versamento, è sufficiente compilare il modulo di adesione al fondo pensione, che verrà trasmesso al datore di lavoro.
Destinare il TFR a un fondo pensione può offrire numerosi vantaggi, soprattutto in termini di rendimento. I fondi pensione, infatti, investono il capitale sui mercati finanziari, offrendo potenziali guadagni superiori alla rivalutazione offerta dal TFR in azienda. Ad esempio, alcuni fondi negoziali hanno registrato rendimenti medi del 6-7% nel 2023, ben al di sopra dell’1,5% garantito dal TFR aziendale. Questo tipo di crescita è particolarmente vantaggioso nel lungo periodo, specialmente per chi ha un lungo orizzonte temporale prima del pensionamento.
Dal punto di vista fiscale, il TFR destinato a un fondo pensione gode di un regime più favorevole poiché la tassazione si attesta al 15%, ma può ridursi fino al 9% dopo 35 anni di partecipazione al fondo. Un altro aspetto interessante riguarda la flessibilità: i fondi pensione consentono di richiedere anticipi per motivi come l'acquisto della prima casa, il finanziamento di spese mediche o la ristrutturazione della casa, senza i limiti stringenti imposti dal TFR aziendale.
Inoltre, scegliendo di versare il TFR in un fondo pensione negoziale, è possibile accedere a contributi aggiuntivi del datore di lavoro. Questo beneficio è accessibile solo se il lavoratore sceglie di aderire a un fondo pensione negoziale e versa una quota minima di contributo personale al fondo. Una volta effettuato il versamento da parte del dipendente, l'azienda è obbligata a contribuire con una quota aggiuntiva, che rappresenta un'importante integrazione al risparmio previdenziale. Questa opportunità rende il fondo pensione ancora più vantaggioso, poiché non solo il capitale investito beneficia dei rendimenti dei mercati finanziari, ma si arricchisce ulteriormente grazie al contributo del datore di lavoro. In pratica, si ottiene una sorta di "premio" per aver scelto di aderire al fondo, con un incremento delle somme destinate alla futura pensione.
Ruolo dell'orizzonte temporale
Uno dei fattori chiave per decidere se destinare il TFR in un fondo pensione è l’orizzonte temporale. Maggiore è il tempo a disposizione prima del pensionamento, maggiori sono le possibilità che il fondo pensione generi rendimenti superiori rispetto alla rivalutazione del TFR lasciato in azienda. I fondi pensione, infatti, nel lungo termine tendono a superare l’inflazione e a offrire ritorni maggiori, grazie alla diversificazione degli investimenti nei mercati finanziari.
Questo rende la scelta del fondo pensione particolarmente interessante per i giovani lavoratori, che possono beneficiare di rendimenti composti e accumulare una somma consistente nel corso degli anni.
Vantaggi per le aziende
Anche per le aziende, il versamento del TFR nel fondo pensione dei dipendenti offre diversi vantaggi, soprattutto in termini fiscali e contributivi. In primo luogo, c'è un importante vantaggio fiscale: le somme versate al fondo pensione possono essere dedotte dal reddito d'impresa con:
- una maggiorazione del 6% per le aziende con meno di 50 dipendenti
- una maggiorazione del 4% per quelle con 50 o più.
Inoltre, le aziende che scelgono questa opzione risparmiano sui contributi previdenziali obbligatori, poiché non sono tenute a pagare lo 0,20% del monte retributivo al Fondo di Garanzia INPS né lo 0,28% degli oneri impropri come quelli legati a malattia o maternità. Infine, versando il TFR al fondo pensione, l'azienda evita l’obbligo di rivalutare il TFR stesso, risparmiando sugli oneri di rivalutazione legati all'inflazione. Questo riduce i costi complessivi a carico del datore di lavoro, che si limita a versare il capitale senza dover affrontare ulteriori esborsi in futuro.
TFR in azienda: vantaggi e svantaggi
Il TFR lasciato in azienda viene sottoposto a una tassazione IRPEF progressiva che varia dal 23% al 43%, a seconda dell’importo complessivo maturato - pertanto questo tipo di tassazione può risultare meno vantaggioso rispetto a quella riservata al TFR versato nei fondi pensione.
Tuttavia, c'è un aspetto importante da considerare: il TFR in azienda viene rivalutato annualmente con un rendimento minimo garantito dell'1,5%, a cui si aggiunge il 75% dell’aumento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo. Questo meccanismo permette una crescita legata all’inflazione, ma in misura limitata rispetto agli investimenti in mercati finanziari.
Un altro fattore da considerare è la liquidità. Il TFR in azienda può essere richiesto solo in situazioni specifiche, come l’acquisto della prima casa o spese sanitarie, ma in misura ridotta (fino al 70% del maturato e solo dopo otto anni di servizio). Mantenere il TFR in azienda, dunque, può essere conveniente per chi cerca una maggiore sicurezza e vuole evitare i rischi legati ai mercati finanziari.
Considerazioni fiscali
Come appare evidente da quanto anticipato, uno degli aspetti più rilevanti nella scelta tra TFR in azienda o fondo pensione è la tassazione. Il TFR lasciato in azienda viene tassato con aliquote progressive IRPEF che possono arrivare fino al 43%, mentre il TFR versato in un fondo pensione gode invece di un trattamento fiscale più favorevole, con un’aliquota che parte dal 15% e può ridursi fino al 9%.
Inoltre, i contributi volontari versati al fondo pensione sono deducibili dal reddito, permettendo ulteriori vantaggi fiscali. Questo meccanismo di deducibilità consente una riduzione della base imponibile, rendendo i fondi pensione una soluzione fiscalmente efficiente per accrescere il proprio capitale per la pensione.
Come scegliere il più conveniente
La scelta tra TFR in azienda o fondo pensione dipende da diversi fattori personali, come:
- l’età;
- la stabilità lavorativa;
- l’orizzonte temporale;
- la propensione al rischio.
Per chi ha un’età vicina alla pensione, mantenere il TFR in azienda potrebbe essere una scelta più prudente, poiché il rischio sui mercati finanziari potrebbe non essere compensato dai pochi anni di investimento. Al contrario, per i lavoratori giovani, con un lungo periodo di attività lavorativa davanti a sé, il fondo pensione rappresenta una soluzione più vantaggiosa per la crescita del capitale.
Anche la stabilità lavorativa è un elemento da tenere in considerazione. Chi lavora in settori o aziende con scarse prospettive di stabilità potrebbe preferire mantenere il TFR in azienda per preservare una maggiore sicurezza. In ogni caso, l'importanza di valutare con attenzione il proprio orizzonte temporale e la tolleranza al rischio è fondamentale per prendere la decisione migliore.