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Gli strumenti finanziari derivati altro non sono che contratti il cui valore deriva (ossia, dipende) dal valore di un'attività sottostante, che può essere un'attività finanziaria (è il caso degli indici, dei tassi di interesse e dei titoli di cambio) o un'attività reale (si pensi all'oro o al petrolio).

Il derivato può essere simmetrico o asimmetrico. Nel primo caso, acquirente e venditore si obbligano ad effettuare la prestazione alla data di scadenza; nel secondo caso, attraverso il pagamento di un premio, l'acquirente fa proprio il diritto di decidere in data futura se acquistare il bene sottostante. A seconda della modalità di negoziazione prevista, si pone poi il distinguo tra strumenti derivati che vengono negoziati sui mercati regolamentari (si pensi ai futures, agli ETF, alle opzioni, agli warrants e ai covered warrants) e quelli OTC (over-the-counter): i primi circolano sul mercato IDEM gestito da Borsa Italiana e sul mercato SeDeX, mentre i secondi sono negoziati direttamente tra le parti che liberamente possono determinare le caratteristiche dello strumento (è il caso degli swap e dei forward). Questi strumenti finanziari vengono negoziati essenzialmente per soddisfare tre diverse e rilevanti finalità. La finalità di copertura mira a ridurre il rischio finanziario di un portafoglio già esistente: l'utilizzo dello strumento derivato è volto a neutralizzare l'andamento avverso del mercato. La finalità speculativa è soddisfatta realizzando un profitto basato sull'evoluzione attesa del prezzo dell'attività sottostante. La finalità di arbitraggio sfrutta i disallineamenti tra l'andamento del prezzo del derivato e quello del sottostante per conseguire un profitto privo di rischio attraverso la vendita dello strumento sopravvalutato e l'acquisto di quello sottovalutato.

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