Carte single-use non nominative: cosa sapere
13 nov 2020 | 4 min di lettura | Pubblicato da Salvatore B.
Le carte di credito usa e getta o single-use sono ottime per chi trova difficile pianificare le proprie spese e non vuole pagare costose commissioni di scoperto.
Queste carte impediscono ai siti web fraudolenti di raccogliere i dati reali dei conti correnti dell’acquirente. Le single-use non proteggono però da altre forme di frode e furti di cui risultano vittima le loro omologhe reali in plastica.
Infatti, i cyber criminali potrebbero comunque utilizzare un numero di carta di credito virtuale se lo si utilizza più di una volta. Le carte prepagate non ricaricabili garantiscono la non nominatività a differenza di quelle ricaricabili, ma non sono completamente anonime.
Le normative finalizzate a contrastare il riciclaggio di denaro e il terrorismo richiedono che, prima di ottenere gli estremi della carta che vuole utilizzare, l’acquirente di single use condivida le proprie generalità, incluso il codice fiscale e a volte il numero di un documento di identità e relativa date di emissione e di scadenza. Ciò non toglie però che questo metodo di pagamento faccia sì che non emerga alcun collegamento tra l’acquirente che lo ha usato e la carta stessa.
Restrizioni per l’uso
Strumenti del genere non consentono di spendere più del saldo disponibile e aiutano a frenare gli sconfinamenti a cui si potrebbe andare incontro con le carte di credito tradizionali. Tuttavia, pur rendendo ancora più sicuri gli acquisti online rispetto a queste ultime, le single-use spesso non risultano adatte a transazioni che richiedono un deposito cauzionale o una pre-autorizzazione.
Le single-use, pur aderendo a circuiti popolari come Mastercard e Visa, non sono quindi adatte per corrispondere un deposito per servizi quali camere d'albergo, noleggio auto o acquisti in volo. Se anche il venditore dovesse accettarle come metodo di pagamento, cosa che accade piuttosto raramente, il proprietario della carta avrà i fondi della single-use bloccati fino al saldo del conto finale. È dunque quasi sempre necessario l’uso di una carta di credito tradizionale per corrispondere depositi cauzionali.
Costi e commissioni
Le spese associate a queste carte sono un altro inconveniente non trascurabile poiché possono arrivare al 5% del saldo. Inoltre, le single-use non possono incrementare il saldo di carte prepagate. Paypal le accetta come metodo di pagamento o di alimentazione dei fondi facilitandone l’uso per acquisti online. Tuttavia, le norme antiriciclaggio a cui aderisce la piattaforma rendono difficile e macchinosa la trasformazione in denaro liquido del valore delle single use che già di per sé non consentono il prelievo da sportelli ATM.
Le single use permettono solo di spendere il denaro che contengono. Alcune carte usa e getta addebitano piccole penalità mensili sui quei conti dormienti che per periodi (che di solito sono di almeno tre mesi) non effettuano transazioni. Inoltre, non è scontato che il fornitore della single-use consenta di creare un nuovo codice dopo la scadenza di uno inutilizzato. Trascorso il periodo consentito per utilizzare la single-use, il consumatore potrebbe richiedere all’emittente un rimborso oppure di trasferire l’ammontare rimanente a valle dell’acquisto di un’altra carta. Ciò potrebbe avvenire dietro pagamento di commissioni di riscatto che potrebbero rendere sconveniente recuperare il saldo residuo inutilizzato.
Eventuali Contestazioni
Le carte single-use non forniscono prove di pagamento che potrebbero risultare necessarie in caso di contestazioni al commerciante oppure di disservizi di distributori automatici. L’accredito di eventuali rimborsi deve avere luogo sulla carta usata per l'acquisto. Viene da sé che un numero virtuale, ad uso singolo e\o limitato potrebbe non esistere più e quindi dare luogo a problemi. Inoltre, molte strutture ricettive, siti di servizi turistici o di biglietteria e compagnie aeree richiedono che il cliente presenti la carta con cui ha prenotato al momento dell’arrivo, della registrazione o del ritiro.
Per ovviare a queste situazioni sconvenienti, alcune challenger bank hanno stipulato convenzioni con parecchi esercenti affinchè gli acquisti presso di loro con le single-use godano della protezione del sistema di chargeback (storno di addebito) e rimborso di Mastercard o Visa. In ogni caso, l’utilizzatore di carte single use gode di meno garanzie in caso di frode rispetto a chi ha usato una prepagata oppure una carta tradizionale.
Carte virtuali di banche virtuali
Le banche virtuali o challenger bank hanno cominciato ad offrire carte single-use virtuali creando sequenze numeriche diverse per ogni transazione, rendendo più difficile per i truffatori rubare i dati della carta bancaria di un cliente. I player fintech a volte richiedono ai propri clienti di sottoscrivere i conti correnti a pagamento per offrire questo tipo di servizio che tuttavia presenta gli stessi problemi sopra esposti per quelle transazioni che necessitano il pagamento di depositi cauzionali.
Le carte virtuali monouso non consentono di pagare servizi in abbonamento, a piattaforme di streaming per i contenuti media e musicali come Netflix e Spotify. Siccome gli estremi della carta cambiano dopo ogni transazione, le single use non sono adatte ad alcun tipo di pagamento ricorrente continuo. Servizi per i quali è necessario utilizzare i dati della carta di credito fisica, che oltretutto, a differenza delle single-use, aiuta i consumatori che pagano puntualmente le rate a migliorare il proprio rating di credito.
Giornalista finanziario che ha lavorato a Londra, Parigi e Milano presso il Gruppo Financial Times, Acuris (in precedenza Mergermarket), Euromoney ed altre testate specialistiche.
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