Direttiva europea case Green: cosa prevede la nuova normativa
25 lug 2024 | 4 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.
Il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che impatterà significativamente nel settore immobiliare ed in quello energetico, coinvolgendo i cittadini privati, le imprese e gli enti pubblici.
Si tratta della Direttiva Case Green, oggetto di opinioni contrastanti in quanto, introducendo diverse novità, rappresenterebbe un’opportunità ma anche una sfida.
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Il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva sulla Prestazione Energetica nell’Edilizia (EPBD), meglio nota come Direttiva Case Green.
Questo atto, controverso per alcuni aspetti, evidenzia la necessità di intervenire nel mercato dell’edilizia per ridurre l’enorme quantità di inquinamento di cui è responsabile il settore.
Si stima infatti che il settore edilizio comporti emissioni di gas serra per il 36% il 40% di consumi energetici nell’UE, percentuali alte indubbiamente, ritenute incompatibili con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Tuttavia, la sfida di contenere l’inquinamento edilizio, richiede nuove e più avanzate metodologie di costruzione. Ciò comporterà ingenti spese e investimenti per le imprese di costruzioni, perciò non sono mancate proteste da parte delle associazioni di settore.
Vediamo nel dettaglio perché, partendo dalle novità introdotte dalla direttiva.
Cosa prevede la Direttiva Case Green 2024/1275
La Direttiva Green ha acquisito valore di legge. Di conseguenza, bisogna conoscerne il contenuto per adeguarsi entro i termini previsti.
Come accennato, il provvedimento mira a ridurre le emissioni di CO2 del parco immobiliare europeo, e a raggiungere la decarbonizzazione (totale ) entro il 2050 riqualificando il patrimonio edilizio e migliorando l’efficienza energetica.
Di seguito l’elenco delle principali misure e le scadenze fissate.
- Entro il 31 Dicembre 2024. Gli edifici non residenziali devono dotarsi di sistemi di automazione e controllo per gli impianti di riscaldamento, condizionamento e a ventilazione combinati, con potenza nominale utile superiore a 290 kW
- Entro il 1°Gennaio 2025. La data coincide con il termine ultimo per la concessione di incentivi fiscali per l’installazione di caldaie e combustibile fossile
- Entro il 31 Dicembre 2025. Ogni Stato UE dovrà presentare un proprio piano di ristrutturazione edilizia in accordo con gli obiettivi della Direttiva Green
- Entro il 31 Dicembre 2026. Ogni edificio pubblico residenziale con superficie coperta utile superiore a 250 mq dovrà essere dotato di pannelli solari
- Entro il 1° Gennaio 2027. L’Italia dovrà introdurre valori limite per GWP totale cumulativo per le nuove costruzioni
- Entro il 31 Dicembre 2027. Tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con superficie superiore a 2000 mq e di oltre 500 mq sottoposti a ristrutturazione, dovranno essere dotati di pannelli solari
- Entro il 1°Gennaio 2028. Ogni nuovo edificio pubblico dovrà essere a emissioni zero
- Entro il 31 Dicembre 2029. Tutti i nuovi edifici residenziali e i parcheggi adiacenti dovranno essere dotati di impianti solari
- Entro il 1°Gennaio 2030. Ogni edificio di nuova costruzione dovrà essere ad emissioni zero
- Entro il 31 Dicembre 2030. Impianti solari su ogni edificio pubblico con superficie maggiore di 250 mq. Inoltre, i consumi luce e gas di tutti gli edifici, residenziali e non residenziali, dovranno diminuire del 16% rispetto al 2020
- Entro il 1°Gennaio 2033. La percentuale di riduzione dei consumi dovrà passare dal 16 al 26%
- Entro il 31 Dicembre 2035. I consumi medi energetici dell’intero parco immobiliare residenziale dovranno diminuire del 20-22% rispetto al 2020
- Entro il 1°Gennaio 2040. Stop all’installazione di caldaie a gas
Com’è evidente, gli adeguamenti riguardano sia la pubblica amministrazione che i privati, anche se molte scadenze sono di lungo termine.
Tuttavia, già a partire dal prossimo anno, non sarà più possibile ricevere incentivi per acquistare caldaie di vecchia generazione.
La revisione della Direttiva e i traguardi raggiunti
Il testo originale della Direttiva Casa Green è stato revisionato, risultando oggi adeguato alle istanze e necessità dei soggetti coinvolti e interessati, dalle imprese edilizie ai proprietari di abitazioni private.
In particolare, l'Associazione Piccoli Proprietari Immobiliari, in rappresentanza dei privati, ha evidenziato l’importanza di una modifica precisa, quella che riguarda l’eliminazione dell'obbligo adeguamento energetico individuale per gli edifici.
Quest’ultima avrebbe gravato i proprietari di prime e seconde case di spese notevoli, in quanto la norma prevedeva, testualmente:
"Gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e la classe D entro il 2033. Tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere realizzati a emissioni zero a partire dal 2028."
Inoltre, il termine per la graduale eliminazione delle caldaie a gas è stato spostato al 2040 invece che al 2035, e l'obbligo di installare pannelli solari su tutti gli edifici privati esistenti è stato rimosso.
Per approfondire l’argomento, consulta il testo originale della Direttiva Case Green.
Abitazioni convenzionali vs Case Green
Il testo della Direttiva Green chiarisce anche il concetto di "case green" e spiega in cosa consiste un’abitazione "verde".
Per vivere green e rendere la propria casa ecosostenibile bisogna accertarsi che, l’edificio:
- Sia ad emissioni zero, ovvero ad altissime prestazioni energetiche
- Vanti un fabbisogno energetico pari a zero o molto basso
- Produca zero emissioni di carbonio da combustibili fossili
- Non produca emissioni di gas a effetto serra
In conclusione, il primo passo per abbattere l’inquinamento residenziale è alimentare la propria casa con energie 100% rinnovabili, ovvero scegliere un’offerta luce e gas sostenibile, che rispetti l’ambiente e riduca le emissioni nocive causate dalle fonti energetiche convenzionali.
Eleonora D'Angelo, romana ma residente in Sardegna, si è laureata in Giurisprudenza all'Università Roma Tre nel 2013.
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