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830.000 genitori hanno dovuto rinunciare a curare i figli per ragioni economiche

16 mar 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Ufficio S.

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A causa del Covid milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a visite e cure mediche. Una vera e propria “emergenza nell’emergenza” che non ha risparmiato nemmeno i più giovani; secondo l’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat su un campione rappresentativo della popolazione nazionale*, tra marzo e dicembre 2020 circa 2,1 milioni di bambini e ragazzi si sono visti rimandare o annullare visite o esami medici.

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E se questo non bastasse, nello stesso periodo sono poco meno di 830.000 i genitori che hanno dovuto rinunciare a curare i propri figli a causa di problemi economici.

Visite rimandate o annullate dalla struttura

Guardando più da vicino i dati emerge che, durante i primi 10 mesi dall’esplosione della pandemia, tra i genitori che avevano in programma una visita medica per il proprio figlio, quasi 6 su 10 se la sono vista rimandare dalla struttura sanitaria, mentre il 16% ha dovuto addirittura fare i conti con la cancellazione totale dell’appuntamento.

Sebbene il rinvio medio sia stato pari a 51 giorni, nel 49% dei casi la visita è stata rimandata sine die. I disservizi più frequenti sono stati registrati per esami e visite di ortopedia, odontoiatria e dermatologia, ma non sono stati esenti da problematiche anche patologie più gravi come ad esempio la cardiologia, dove il rinvio medio è stato pari a 37 giorni.

La situazione di emergenza ha quindi spinto molte famiglie a rivolgersi ad una struttura privata per curare i propri figli (40% di coloro che hanno subito rinvii o cancellazioni), andando in alcuni casi ad accentuare il divario sociale in termini di accesso alle cure da parte dei minori. Il costo medio sostenuto dai rispondenti che si sono rivolti ad una struttura privata per far curare i propri figli è stato pari a 339 euro per singola visita o esame.

Non sorprende vedere come il 7% di chi si è rivolto ad una struttura privata per visite od esami di un minore abbia dovuto fare ricorso ad un prestito per far fronte alla spesa.

Secondo l’osservatorio di Facile.it e Prestiti.it, realizzato su un campione di oltre 125mila domande di finanziamento*, nel 2020, l’importo medio dei prestiti personali richiesti ad una società di credito per far fronte a spese mediche è stato pari a 6.145 euro, da restituire in 53 rate (circa 4 anni e mezzo).

Nel 39% dei casi a presentare domanda di prestito per cure mediche è stata una donna; il valore risulta nettamente più alto rispetto al totale prestiti, dove il campione femminile rappresenta solo il 25%. Una differenza così elevata può trovare spiegazione alla luce del fatto che, per la salute dei figli, sono spesso le mamme a richiedere un aiuto finanziario.

I genitori che hanno scelto o dovuto rinunciare

Come detto, sono tanti anche i genitori che, per scelta o necessità, hanno deciso di propria iniziativa di rinunciare ad una o più visite dei propri figli; si tratta di quasi 1 rispondente su 5, pari a circa 2,7 milioni di individui.

Per comprendere meglio il fenomeno, Facile.it ha approfondito le ragioni dietro questa scelta; sebbene la maggioranza (60%) abbia dichiarato di averlo fatto per paura che il proprio figlio potesse contrarre il Covid in una struttura sanitaria, fa riflettere vedere come per il 31%, pari a poco meno di 830.000 individui, sia stato costretto a farlo perché in difficoltà economica; di questi la metà ha dichiarato di essere in difficoltà economica a causa della pandemia.

Le rinunce più frequenti sono state registrate per visite ed esami di odontoiatria, oculistica, esami ematici e pediatria.

*Nota metodologica indagine mUp Research: n.1.005 interviste CAWI realizzate a gennaio 2021 su un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione italiana adulta residente sull’intero territorio nazionale.

L’analisi di Facile.it e Prestiti.it è stata realizzata su un campione di oltre 125.000 domande di prestito personale raccolte tramite i due portali da gennaio 2020 a dicembre 2020.