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Decreto lavoro, cosa prevede il testo definitivo

26 mag 2014 | 2 min di lettura | Pubblicato da Daniela D.

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Con 279 voti favorevoli e 143 contrari, il 15 maggio il decreto lavoro 2014 è stato approvato in via definitiva alla Camera, introdotto dalle ipotesi del Jobs Act, completo delle modifiche proposte durante il passaggio al Senato. Vediamo cosa prevede il testo finale e cosa è cambiato rispetto alla prima formulazione.

Per quanto riguarda i contratti a termine, si conferma l’innalzamento a tre anni della durata dei contratti sottoscritti senza causale, ma è stata ridotto da 8 a 5 il numero di rinnovi possibili in questo arco di tempo. Il contratti a tempo determinato non potranno superare il 20% dell’organico, fatta eccezione per gli enti pubblici e privati di ricerca. I datori di lavoro avranno tempo fino il 31 dicembre 2014 per adeguarsi a questi limiti ed evitare sanzioni amministrative tanto più pesanti quanto maggiore sarà il numero di contratti eccedenti alla quota stabilita.

I contratti di apprendistato dovranno contenere sinteticamente il piano formativo individuale. La retribuzione di un apprendista corrisponderà, come previsto, al 35% di quanto stabilito dal livello contrattuale di inquadramento. Per le aziende che occupano più di 50 dipendenti scatta l’obbligo di stabilizzare a tempo indeterminato almeno il 20% degli apprendisti prima di assumerne di nuovi.

In tema di semplificazione viene confermata la progressiva smaterializzazione del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC).
Per le lavoratrici a tempo determinato il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per congedo di maternità concorrerà a determinare la durata complessiva della prestazione, utile al diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato e determinato effettuate dall’azienda nei 12 mesi successivi al termine del contratto.