Nuove etichette per le lampadine: ecco come leggerle e tagliare la bolletta
25 gen 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giorgia N.
Dopo lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, display elettronici, anche per le lampadine è arrivata una nuova etichetta energetica.
È l’effetto di una direttiva europea che ha l’obiettivo di aiutare i consumatori a risparmiare sulle bollette dell’elettricità.
Con una fonte di energia più efficiente si può infatti arrivare a tagliare i consumi (le tariffe gas e luce sostenute mensilmente) anche del 50%.
Una scala di 7 gradini
Come già è accaduto per gli elettrodomestici, rispetto al passato la classificazione si è semplificata, e oggi le nuove classi di efficienza si limitano ad una scala di 7 gradini, che vanno dalla A alla G in ordine di efficienza. Tutte le informazioni devono essere pubblicate sulla confezione o, per quelli venduti online, sulla pagina web che fa da vetrina ai prodotti.
Poche "classe A" in commercio
La nuova classificazione ha in un certo senso sparigliato le carte, tanto che oggi, a differenza di ciò che accadeva con i vecchi parametri, non sarà semplice trovare prodotti della categoria di massima efficienza (le ex A+++ o A++, ora diventate A e B). Non perché i prodotti siano meno ecologici, tutt’altro: sul mercato si fanno spazio lampadine e fonti di luce sempre meno energivore.
La nuova scala è però concepita in modo che ben pochi prodotti siano inizialmente nella fascia più alta, per lasciare spazio nel prossimo futuro a fonti luminose ancora più efficienti. Quelli che ad oggi hanno le migliori perfomance dal punto di vista dei consumi, sono per la maggior parte etichettati come "C" o "D". Possiamo fidarci, per il momento significa che stiamo acquistando un prodotto tra i più ecologici sul mercato.
Un’altra cosa da sapere è che ancora per molto ci capiterà di trovare lampadine che presentano la vecchia classificazione, e questo perché la legge consente agli operatori commerciali di smaltire le scorte esistenti, dando loro tempo fino a Marzo 2023. La deroga vale per i prodotti già consegnati ai dettaglianti prima del 1° Settembre 2021: in questo modo si evita per i commercianti di rietichettare prodotti che saranno presto esauriti.
Cosa troviamo in etichetta
L’etichetta che troviamo in confezione è divisa in tre settori:
- Nella parte alta viene identificata la sorgente luminosa, e qui viene riportato il nome o il marchio del costruttore, seguiti dal nome del modello.
- L’area più grande, che si trova subito in basso, contiene la scala con le diverse classi di efficienza energetica, con l’indicazione della lettera a cui appartiene il prodotto in confezione.
- C’è poi una terza sezione, in basso, molto importante per il consumatore. Qui, infatti, è indicato il consumo di energia per 1000 ore, in kWh.
Possiamo usare quest'ultimo parametro per confrontare il consumo di ogni modello, anche di potenze diverse, per capire qual è l’acquisto più utile e conveniente per noi.
In etichettà c’è anche un QR code che contiene un link a una banca dati europea, e collegandosi i consumatori possono trovare altre informazioni sul prodotto. Quali? Indicazioni tecniche, come quella sul tipo di luce (per esempio bianco caldo, bianco neutro, bianco freddo), alla dimmerabilità (la regolazione dell’intensità luminosa), alla durata media, ma anche alla resa dei colori e allo sfarfallio. Anche in questo caso tutte queste informazioni potranno essere paragonate tra le diverse marche e modelli.
Quanto risparmieremo
Quanto conviene scegliere una lampadina a più alta efficienza? È davvero necessaria questa overdose di informazioni?
I conti li ha fatti l’Ente nazionale energia e ambiente (Enea), che ha preso come modello una lampada Led, regolabile, con attacco E27 e una luminosità pari a una vecchia lampadina da 100W (tradotto in termini di luminosità il valore corrisponde a 1.521 lumen).
I ricercatori dell’Enea hanno calcolato i consumi e i relativi costi annuali di energia elettrica per ogni classe energetica, dalla A alla G, considerando un utilizzo medio di 3000 ore all’anno. Ebbene, si va da un costo sotto i 4,13 euro per una lampadina in classe A, a una spesa sopra i 10,20 euro per una in classe G. Una lampadina in classe C, quella che più facilmente troveremo in commercio, comporta invece un consumo annuo tra i 4,69 a 5,42 euro all’anno, quasi la metà rispetto a una di ultima fascia.
Ne compreremo sempre meno
L’altra buona notizia, che arriva invece da una proiezione della Commissione europea, è che grazie a queste fonti luminose sempre più efficienti compreremo sempre meno lampadine, risparmiando sia in termini di spesa sia di rifiuti.
Oggi si stima che nell'Ue siano state vendute nel 2020 circa 1500 milioni di sorgenti luminose, ma il conto dovrebbe scendere a 600 milioni nel 2030. Un calo massiccio, dovuto alla durata di vita delle sorgenti luminose a Led, che garantiscono, anche a fronte di un prezzo più alto, una vita media di gran lunga maggiore delle altre lampadine, e in secondo luogo per la loro maggiore efficienza energetica.
Nel 2010 una famiglia media dell'UE ha acquistato 7 sorgenti luminose, nel 2020 ne ha acquistate 4 all'anno e, entro il 2030 e questa cifra si attesterà intorno a meno di una all'anno. Dal punto di vista ambientale, infine, le nuove norme, sempre secondo la Commissione Ue, consentiranno entro il 2030 di risparmiare 7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.
Pugliese trapiantata in Emilia, giornalista professionista dal 2005, laurea in filologia romanza e master in giornalismo all’Università di Bologna.
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