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Blockchain: come funziona la tecnologia delle criptovalute?

12 nov 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Salvatore B.

trading news blockchain come funziona la tecnologia delle criptovalute

La Blockchain si propone fin dai suoi albori quale strumento per tutelare la trasparenza e sicurezza dei dati impedendone la manomissione. Pur essendo una parola che si sente pronunciare in svariati contesti, si può far risalire la sua nascita al 1982.

È all'informatico californiano David Chaum che si può attribuire la paternità del primo controllo crittografato da cui hanno preso spunto le attuali tecnologie alla base del trading di criptovalute.

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Alle origini della Blockchain

Nel 1991, gli scienziati statunitensi Stuart Habber e W. Scott Stornetta hanno prodotto dei lavori pioneristici necessari a implementare un sistema che impedisce la manomissione delle sequenze temporali (timestamp) degli inserimenti di dati.

La Blockchain è salita alla ribalta nel 2008 grazie a Satoshi Nakamoto, nome che potrebbe celare la vera identità di un solo individuo o di un gruppo di persone, per creare il Bitcoin, la popolare criptovaluta. Grazie a Nakamoto, la Blockchain diventa un libro mastro (nel gergo tecnico Ledger) pubblico ma non modificabile per registrare tutte le transazioni in Bitcoin sulla rete.

Blockchain è il nome che la comunità degli investitori e utenti di criptovalute ha scelto per questo registro degli scambi, poiché tutte le transazioni che arrivano sulla rete sono raggruppate in blocchi di dati (block) e poi concatenate insieme tramite la risoluzione di calcoli matematici complessi. Questo meccanismo rende difficile andare a ritroso e riscrivere o falsificare i blocchi più vecchi.

Un database condiviso

I database tradizionali in uso per conservare i registri finanziari fanno riferimento a un'istituzione centrale. Qualunque banca ha, ad esempio, la responsabilità di tenere traccia dei movimenti dei conti correnti dei propri clienti. Con la Blockchain, invece, tutti i computer collegati alla rete Bitcoin aggiornano in comune il libro mastro.

La natura condivisa della Blockchain di Bitcoin è stata utile per la valuta virtuale perché Nakamoto, tuttora ignoto, non ha voluto coinvolgere alcuna autorità centrale per la sua emissione. I registri tenuti in comune fanno quindi sì che nessun computer o istituzione sia responsabile. Qualora uno o più computer che tengono i registri fossero violati o offline, gli altri potrebbero andare avanti.

A differenza dei registri convenzionali, che fanno riferimento a una banca o a un contabile, la Blockchain usa un gruppo di utenti che aggiungono ciascuno nuove voci visibili a tutti.

Il design della Blockchain che ha ispirato Bitcoin è stato adattato per altri tipi di applicazioni. Il principio di base consiste nell'assenza di un'autorità centrale che controlla un singolo libro mastro. Tutti coloro che fanno parte del sistema, cioè una rete peer-to-peer e un server distribuito di timestamping, controllano i dati in maniera decentralizzata e condivisa tramite la Distributed Ledger Technology (DLT).

Lo scambio finanziario decentralizzato della blockchain consente a due controparti di scambiare denaro direttamente tra loro tramite l’abbinamento automatico di un software e senza l’intermediazione di un’autorità o istituzione centrale.

Oltre la criptovaluta

La blockchain nel tempo ha travalicato i confini delle criptovalute per trovare applicazioni in svariati ambiti.

Social network come LBRY e Minds, a differenza dei tradizionali YouTube o Facebook, consentono ai propri utenti di condividere contenuti senza che il proprietario delle piattaforma controlli quanto condiviso o abbia il potere di cancellare account. Ogni utente può vedere il materiale disponibile senza che nessun altro lo abbia alterato.

Questi esperimenti sono nuovamente rilevanti dopo che le più grandi aziende tecnologiche hanno recentemente esercitato il loro potere in modi che hanno sollevato domande sulla legittimità di esso. L’esempio più clamoroso lo ha fornito Twitter, che ha deciso di inibire a Donald Trump l’accesso alla sua piattaforma dopo l'attacco al Campidoglio.

Tuttavia, la blockchain presenta anche degli svantaggi. Ad esempio, la manutenzione di una rete decentralizzata di computer e programmatori è più complicata rispetto a quella che richiede un database che fa capo a un’autorità centrale. La stessa autorità che peraltro può impedire l’uso illecito o addirittura criminale delle infrastrutture telematiche: i progetti basati su blockchain rendono infatti più difficile esercitare il controllo.

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