Igiene ospedaliera a rischio per i costi dell'energia

Lavanderie industriali ko?

Assosistema è l'associazione di categoria che rappresenta, tra l'altro, le lavanderie industriali, quelle che usate anche dal settore sanitario, e le aziende che producono i diversi dispositivi di protezione individuale (dpi), usati in ambito ospedaliero e non solo.

Vacilla il servizio quotidiano

Il direttore di Assosistema, Matteo Nevi, come riporta l'Adnkronos, afferma: Le nostre aziende non riescono più a sostenere i rincari delle bollette di gas ed energia ed i costi delle materie prime per continuare a svolgere il servizio quotidiano. Ricordo che è indispensabile e insostituibile per il funzionamento della sanità pubblica e privata, delle case di cura, delle residenze sanitarie assistenziali, le Rsa, e dei pronto soccorso.

110.000 posti letto a rischio

Le iniziative degli industriali del settore? Come associazione, dice Nevi, scriveremo anche ai prefetti per annunciare le possibili riduzioni di servizio rivolte al settore sanitario. Sono circa 110.000 i posti letto che non potrebbero più essere utilizzati negli ospedali e nei pronto soccorso, 400.000 gli operatori che dovranno lavorare senza le dovute protezioni. A rischio sono anche gli interventi chirurgici.

Costi già saliti del 30%

In assenza di un intervento del Governo su questo settore che sia volto a calmierare i costi dell’energia e del gas, si verificheranno, purtroppo, gravi ripercussioni anche sui cittadini e sulla lotta alla diffusione del Covid, prosegue il direttore di Assosistema. Spiega poi che l'aumento del prezzo dell'energia sta già provocando una ricaduta del +30% circa sui costi complessivi di servizio di una lavanderia industriale. Ci sono problemi in arrivo anche per quel che riguarda l'approvvigionamento delle materie prime.

L'appello al Governo

Se il servizio delle nostre aziende dovesse subire una forte riduzione, ne pagheremmo le conseguenze tutti, trattandosi del funzionamento di un bene così primario e di pubblica utilità, quale la garanzia di salute e di assistenza sanitaria, aggiunge Nevi. Per questo motivo, abbiamo inviato al Ministero della Salute e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una richiesta urgente d’incontro.