Come cambiare e scalare le marce dell'auto: consigli pratici per un'esecuzione ottimale
Nonostante su quasi tutte le auto nuove sia ancora installato il cambio di tipo manuale, non tutti gli automobilisti ne conoscono nel dettaglio ogni potenzialità e ogni segreto per poterlo sfruttare al meglio. Questo dispositivo, che serve per una migliore gestione del mezzo man mano che si cambia velocità, sia aumentandola che decelerando, può infatti essere di due tipi: l’innovazione tecnologica ha portato alla diffusione del cambio automatico, molto più semplice da utilizzare, ma quello tradizionale riesce ancora a battersi bene, in quanto resta l’unico capace di regalare al conducente il senso di libertà e di maestria alla guida. Tuttavia, sebbene saperlo utilizzare adeguatamente sia di per sé un’operazione molto semplice, farlo nel modo migliore e perfettamente corretto è un altro discorso. In questo articolo vedremo approfonditamente come scalare e ingranare le marce in maniera ottimale.
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Sommario:
- L’utilizzo delle marce
- I rapporti dell’automobile: quali sono
- Il momento perfetto per la cambiata
- Ingranare e scalare le marce dell’auto: il procedimento corretto
- La retromarcia: come inserirla
L’utilizzo delle marce
Innanzitutto, occorre premettere che, oltre ad apprendere quali siano i necessari passaggi e movimenti da eseguire per cambiare rapporto, bisogna anche conoscere il concetto e il funzionamento del freno motore, che consente al veicolo di decelerare anche senza che il guidatore eserciti attivamente pressione sul pedale del freno. Questo strumento è importante per riuscire a sfruttare al massimo le potenzialità delle auto equipaggiate con il cambio manuale, che annovera nella maggior parte dei casi 5 marce, in una piccola minoranza 6. Di queste, la prima viene impiegata quasi esclusivamente per muovere la vettura quando si effettua una partenza da fermi. Altre circostanze in cui essa può rivelarsi utile sono i parcheggi, oppure le manovre più complesse. Si tratta, insomma, di tutti quei passaggi che richiedono di essere effettuati a una velocità estremamente ridotta. Nei pochi secondi successivi alla partenza, quando la macchina comincia ad acquistare velocità, si può inserire la seconda. Man mano che l’andatura aumenta, vengono ingranati rapporti sempre più alti, fino a che non si raggiunge la quinta (o la sesta, a seconda del tipo di mezzo che si sta conducendo).
Quanto appena riportato rappresenta uno schema estremamente semplificato e riduttivo dell’utilizzo delle diverse marce, ma saperle impiegare nel modo corretto richiede ben più di una conoscenza approssimativa. Per prima cosa, infatti, fin dalle prime lezioni di scuola guida, si insegna che il metodo migliore per capire quando arriva il momento opportuno di cambiare rapporto consiste nel gettare uno sguardo al contagiri e controllare il numero di giri al minuto compiuti dal motore. Sarà la loro frequenza a indicarci l’istante ideale in cui inserire una marcia superiore, che corrisponde al raggiungimento dei 2000 giri al minuto (rpm) da parte del propulsore. Di seguito affronteremo il tema in modo più dettagliato, vedendo quali altri fattori sono coinvolti nella perfetta gestione del cambio.
I rapporti dell’automobile: quali sono
Come si accennava in precedenza, il fascino del cambio manuale risulta ancora oggi intramontabile, nonostante tutte le innovazioni tecnologiche che hanno colpito questo ambito. Tale tipo di rapporto, infatti, prevede che sia il conducente stesso a effettuare l’operazione di cambiata, e a stabilire quando portarla a termine. Prendendo in considerazione la maggior parte dei modelli di auto in vendita, che possiedono 5 marce, le prime tre vengono per lo più utilizzate per la decelerazione, e infatti corrispondono alle velocità più basse. Le restanti due, invece, vengono utilizzate quando l’andatura aumenta, e la quinta in particolare è anche detta marcia di riposo, in quanto tipicamente si ingrana quando ormai si è lanciati a velocità costante e si devono percorrere dei lunghi tratti, ad esempio in autostrada.
Il momento perfetto per la cambiata
La parte più complessa, quando si impara a utilizzare il cambio, è intuire quando sia il momento giusto per cambiare, in modo da non provocare uno sforzo eccessivo al motore e limitare anche i consumi, oltre che per riuscire a portare avanti una guida più fluida ed elegante. Riuscire ad afferrare le corrette tempistiche può risultare particolarmente ostico per le persone che non hanno esperienza di guida, e infatti gli istruttori in genere ricorrono al trucco dei contagiri per fornire un riferimento ai candidati all’ottenimento della patente. La chiave per poter effettuare l’azione del cambio in modo perfettamente automatico, esattamente quando la macchina lo richiede, è l’esperienza: la guida costante permette, nel tempo, la familiarizzazione con il proprio veicolo, la conoscenza di ogni sua sfumatura e la capacità di prevedere ogni suo comportamento, in modo da poter anticipare tutti i suoi bisogni.
In alternativa, mentre si aspetta di acquisire la dimestichezza e la disinvoltura che consentiranno di raggiungere tale risultato, gli automobilisti meno esperti possono ricorrere ad alcuni stratagemmi. Del primo modo per capire in modo oggettivo quando cambiare rapporto abbiamo già parlato, ed è la tecnica dei 2000 giri al minuto del motore: il loro raggiungimento coincide con il segnale di ingranare il rapporto successivo. Un altro metodo richiede di prestare attenzione al rumore causato dal propulsore. Quando si avverte un suono che tende ad acutizzarsi, significa che la macchina richiede di passare alla marcia più alta. Infine, è possibile osservare anche un aspetto particolare del comportamento del mezzo. Quest'ultima situazione riguarda, differentemente dalle prime due descritte, l’evenienza in cui è necessario scalare la marcia, inserendo quindi quella precedente. Di preciso, osserveremo un rallentamento molto accentuato, al punto che, anche facendo pressione sull’acceleratore per dare gas, il veicolo non riuscirà a incrementare l'andatura, proprio perché il rapporto è eccessivamente alto e non può sostenere la velocità corrente.
Ingranare e scalare le marce dell’auto: il procedimento corretto
In generale, e in accordo con quanto affermato finora, possiamo quindi concludere che esiste una regola generale secondo la quale, quando la macchina perde velocità, la marcia dovrà essere scalata. Se la decelerazione è perpetrata in modo volontario (e non, ad esempio, causata dalla percorrenza di un tratto in salita), è possibile, oltre a premere il pedale del freno, anche ricorrere al precedentemente menzionato freno motore, un sistema estremamente utile per evitare di consumare troppo le pastiglie dei freni e il resto dell’impianto frenante, che potranno così godere di un ciclo di vita più lungo. Il freno motore, in più, si rivela utilissimo quando lungo il tragitto si presenta una discesa molto lunga. Esso consentirà di mantenere il regime del propulsore a un ritmo abbastanza alto da permettere alla vettura di percorrere la discesa senza incappare in bruschi cali di potenza.
Quando si tratta di ridurre la velocità servendosi del cambio, e quindi scalando le marce, per prima cosa occorre premere fino in fondo il pedale della frizione, evitando di utilizzare il pedale del freno e quello dell’acceleratore mentre si inizia ad effettuare l’operazione. In questo momento, si può procedere a scalare il rapporto. Una volta fatto, sollevando gradualmente e in modo dolce il piede dalla frizione, si avvertirà il rallentamento della macchina, segno inconfondibile che è stata scalata la marcia. Se invece la situazione richiede di ingranare la marcia successiva perché la vettura ha acquisito velocità, basterà procedere allo stesso modo: assicurarsi di premere la frizione fino a fine corsa, lasciando sia acceleratore che freno, e poi effettuare il cambio.
La retromarcia: come inserirla
Concludiamo con un accenno alla retromarcia. Per ingranarla, si procede esattamente come si farebbe con uno qualsiasi degli altri rapporti, sempre facendo pressione fino in fondo sul pedale della frizione e portando la leva del cambio in corrispondenza della lettera R.
Le uniche considerazioni aggiuntive da fare quando si utilizza questo rapporto sono relative alla sicurezza, dal momento che la retromarcia si impiega per eseguire delle manovre, talvolta piuttosto complicate o che possono essere rese difficoltose dalla presenza di ostacoli. Dal momento che non si possiede una visione frontale, il punto di riferimento fondamentale saranno gli specchietti retrovisori. È essenziale tenerli monitorati, poiché rappresenteranno gli occhi del conducente e lo aiuteranno a controllare che lo spazio retrostante la vettura sia sgombro per potersi muovere. Un’accortezza importantissima è quella di muoversi a velocità molto ridotta: occorre infatti ricordare che la retro è più sensibile all’accelerazione, se paragonata alle altre marce. Infine, è necessario valutare attentamente la percezione che si avrà del movimento dell’auto, che inevitabilmente risulterà modificata dal cambiamento di direzione. Nello specifico, bisogna conseguentemente gestire le manovre effettuate con il volante: se questo verrà girato verso destra, la macchina ovviamente si sposterà verso quel lato, ma il muso si volgerà verso sinistra, e viceversa.
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