Prestiti d’onore 2020: come funzionano e a chi sono rivolti
23 apr 2020 | 5 min di lettura | Pubblicato da Castiglia M.
Torna d’attualità il prestito d’onore, particolare forma di finanziamento il cui nome si deve al fatto che viene concesso sulla fiducia senza bisogno di dover presentare altre garanzie.
Molto spesso è destinato agli studenti meritevoli che necessitano di un sostegno economico per completare il loro percorso di studi e ai giovani imprenditori fino a 35 anni che vogliono avviare un’impresa in proprio.
Ora, però, si torna a parlare di questa formula di accesso al credito per far fronte alla mancanza di liquidità, dovuta al blocco delle attività produttive, come una delle possibili soluzioni per mitigare l’impatto economico del lockdown legato all'emergenza coronavirus.
Forza Italia, ad esempio, ha lanciato a fine marzo l’idea di un "prestito d’onore universale" da erogare ad aziende grandi e piccole e alle partite Iva. L’idea è di concedere un prestito di durata superiore a 10 anni, garantito dallo Stato, che si accollerebbe anche il pagamento degli interessi. Il rimborso partirebbe invece dopo un anno dalla ripresa delle attività.
Se questa è però solo una proposta, più concretamente, il prestito d’onore è oggi offerto anche da alcune banche che hanno incluso la formula tra le misure di sostegno pensate per alleviare le difficoltà dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese in tempi di Coronavirus. E’ il caso di Banca Carige che ha annunciato un finanziamento di massimo 5mila euro da restituire in 12 mesi dopo sei di pre-ammortamento.
Cos’è un prestito d’onore e come funziona
Intanto si può dire che un prestito d’onore è un prestito finalizzato (cioè quando lo si richiede è necessario indicarne il motivo), concesso a condizioni agevolate a coloro che, altrimenti, non avrebbero accesso al credito per svariati motivi. Come: la mancanza di una busta paga oppure di un reddito dimostrabile da offrire a garanzia del finanziamento ottenuto.
La cifra massima che si può ottenere e la durata del rimborso variano a seconda del soggetto che eroga il prestito e dei motivi per i quali è concesso. Il prestito d’onore è regolamentato dal decreto legislativo 185/2000 e può essere anche a fondo perduto, vale a dire che in tutto o in parte non si deve rimborsare.
Chi lo può richiedere e i requisiti necessari per accedervi
Qualunque sia il motivo, per richiedere un prestito d’onore è necessario avere tra i 18 anni e i 35 anni (limite che può essere superato in casi specifici), la cittadinanza italiana da almeno sei mesi e dimostrare di essere disoccupati, se il finanziamento serve per avviare un progetto imprenditoriale, o, se si è studenti, di essere iscritti all’università e avere i requisiti richiesti a livello di reddito e di merito, come previsto dalla legge 390/1991 sul diritto allo studio.
Prestito d’onore a fondo perduto
Particolarmente interessanti sono i prestiti d’onore a fondo perduto che, generalmente, prevedono la restituzione di solo il 50% del capitale ottenuto e il pagamento di interessi bassissimi se non pari a zero. Come ad esempio quelli proposti da Invitalia o, a volte, da enti locali e pubblici attraverso appositi bandi.
Il prestito d’onore per gli studenti
Più in particolare, per quanto riguarda gli studenti, il prestito d’onore per chi studia è erogato dalle principali banche convenzionate con gli atenei italiani e, generalmente, l’importo che si ottiene non supera i 5mila euro annui. Il rimborso parte di solito dopo uno o due anni dal completamento degli studi e può durare per un periodo compreso tra 1 e 15 anni.
Unicredit, ad esempio, propone il finanziamento Ad Honorem, mentre Intesa Sanpaolo offre la soluzione Per Merito. Solo per fare qualche nome. Il modo migliore che gli studenti hanno per cercare un prestito d’onore è comunque rivolgersi direttamente alle segreterie delle università.
Prestiti d’onore per l’autoimpiego 2020
Sul fronte dell’autoimpiego, i prestiti d’onore sono regolamentati, appunto, dalla legge 185/2000. Sono indirizzati perlopiù all’imprenditoria giovanile e consistono in un pacchetto di incentivi necessari a sostenere l’avvio di attività in proprio. Attività divise in tre categorie:
- microimprese
- franchising
- lavoro autonomo
Gli importi massimi ammissibili dipendono inoltre dalla tipologia di attività che si vuole avviare. Il vero e proprio prestito d’onore è gestito da Invitalia. I bandi tuttavia sono per ora fermi perché, come si legge sul sito dell’Agenzia per lo sviluppo, gli incentivi relativi al pacchetto Autoimpiego "non sono più attivi da agosto 2015".
Su questo fronte, in attesa dello sblocco del pacchetto Autoimpiego, Invitalia propone per il 2020 la nuova iniziativa Nuove imprese a tasso zero. Si tratta di un finanziamento destinato a sostenere la nascita di micro e piccole imprese composte prevalentemente da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 oppure da donne di qualsiasi età.
Nuove imprese a tasso zero ha una dotazione di circa 150 milioni di euro e i benefici sono concessi sino a esaurimento delle risorse. L’iniziativa finanzia a tasso zero i progetti con spese sino a 1,5 milioni di euro e copre sino al 75% delle spese totali ammissibili. Possono essere finanziate attività di:
- produzione di beni (settori industria, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli)
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone
- commercio di beni e servizi
- turismo
- progetti riguardanti settori di particolare rilevanza per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile
Per ottenere l’incentivo bisogna rivolgersi a una delle banche che hanno aderito alla convenzione tra Abi, Ministero per lo Sviluppo Economico e Invitalia, il cui elenco è disponibile sul sito di Invitalia.
Prestito d’onore ed enti locali
Esistono infine prestiti d’onore erogati dagli enti locali come, ad esempio, i Comuni e le Regioni. Questi finanziamenti sono rivolti sia a persone inoccupate, sia agli studenti. Per accedervi è necessario seguire le norme previste dei regolamenti dei singoli enti.
Giornalista professionista, collabora da diversi anni con il Sole 24 Ore (Casa24Plus, Mondo Immobiliare). In passato ha lavorato, tra gli altri, per Tempo Economico e Tgcom.
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