Quota capitale e quota interessi della rata del prestito: che cosa sono
23 lug 2019 | 5 min di lettura | Pubblicato da Castiglia M.
Tutti sanno che quando si chiede un prestito in banca, sia esso un finanziamento personale, un mutuo, una cessione del quinto o altro, la somma ottenuta va poi rimborsata versando rate periodiche che, a seconda delle preferenze, possono essere mensili, trimestrali, semestrali o altro. Sino a quando il debito non viene estinto del tutto. Non sempre però si conosce esattamente come funzionano le rate.
Prima di entrare nei dettagli, è fondamentale ricordare che, quando otteniamo un finanziamento, oltre al capitale che ci viene prestato, siamo tenuti a rendere alla banca anche i costi sostenuti per le spese di apertura e di chiusura della pratica, le spese di istruttoria (se ci sono), i costi di un’eventuale polizza assicurativa, le commissioni bancarie, quant’altro indicato nel contratto e, naturalmente, gli interessi. Il costo globale di tutte queste voci è riassunto nel Taeg (Tasso annuo effettivo globale o anche Indice sintetico di costo), il cui valore può variare a seconda dell’istituto di credito, che rappresenta anche l’elemento da valutare se si vogliono raffrontare tra loro più proposte per scegliere la più conveniente. Anche l’ammontare relativo agli interessi viene ripagato poco per volta, è compreso nella rata, ed è tanto maggiore quanto più lungo è il periodo di restituzione.
La rata, a sua volta, è sempre composta da due quote: la quota capitale, con la quale si rimborsa la somma ottenuta in prestito, e la quota interessi, con la quale si rendono alla banca gli interessi applicati al finanziamento.
Per fare un esempio concreto: supponiamo di richiedere un prestito personale, cioè un finanziamento che si ottiene senza dover specificarne la finalità, pari a 10mila euro, rimborsabile in 60 mesi (cinque anni) su cui è stato applicato un tasso fisso del 7,4%. Utilizzando un qualsiasi calcolatore online, risulta che, per estinguere il debito, dovremo pagare rate mensili e costanti del valore di 199 euro, mentre gli interessi finali ammontano a circa 1.994 euro. La rata comprenderà dunque una quota (capitale) che ripaga i 10mila euro e un’altra quota destinata a rimborsare i 1.994 euro di interessi.
Le due quote non sono però ripartite in ugual misura. Questo succede perché la maggior parte degli istituti di credito italiani (o degli intermediari finanziari che erogano prestiti) calcola i piani di ammortamento secondo il cosiddetto ‘sistema alla francese’ che prevede siano rimborsati primi gli interessi e poi la quota capitale, versando rate costanti per tutto il periodo della restituzione.
Cosa vuol dire che vengono ripagati prima gli interessi? Vuol dire che le rate che noi versiamo sono composte, agli inizi del periodo di rimborso, da una quota interessi più consistente, ma che decresce mano che si va avanti con il rimborso delle rate, a fronte di una quota capitale che, al contrario, aumenta con il passare del tempo.
Per comprendere meglio il funzionamento, basta dare un’occhiata all’andamento del piano di ammortamento, cioè il documento che definisce nel dettaglio la somma finale che dovremo rendere alla banca (quindi comprensiva anche degli interessi), le scadenze periodiche, il numero totale delle rate e, appunto, la loro composizione.
Tornando all’esempio precedente, e seguendo il corrispondente piano di ammortament o, si può verificare che la prima rata da 199 euro che andremo a rimborsare è composta da una quota interessi di 61 euro e da una quota capitale di 138 euro, mentre i corrispondenti valori relativi alla seconda rata ammontano a 60 di interessi e 139 di capitale, e quelli della quinta rata a 58 euro di interessi e 141 euro di capitale. Come si può vedere, le due componenti variano nel tempo secondo uno schema per il quale, mentre si procede con il pagamento delle rate, la quota interessi diminuisce e quella capitale aumenta.
Questo meccanismo spiega anche perché non sempre è vantaggioso estinguere un prestito prima della scadenza prestabilita, cosa che è tuttavia sempre possibile fare a fronte del pagamento di una penale massima dell’1% sul debito residuo, come previsto dalla legge. E che non sia conveniente lo si può verificare ancora una volta seguendo le indicazioni del piano di ammortamento.
Nel nostro caso, dopo 12 mesi avremo restituito 675 euro di interessi, dopo 24 mesi ne avremo rimborsati 1.221, dopo 36 mesi 1.623 euro e dopo 48 mesi 1.875.
E’ evidente che già dopo 24 mesi, quando si sono ripagati più della metà degli interessi (il totale era di 1.994 euro), estinguere il prestito diventa poco conveniente e che dopo 48 mesi, cioè un anno prima della scadenza e con interessi già pagati pari a 1.875 euro, il vantaggio è pressoché azzerato. Conviene quindi tenersi la somma destinata all’estinzione anticipata e proseguire nel pagamento delle rate.
Sinora abbiamo ragionato prendendo in considerazione il piano di ammortamento alla francese perché è il più utilizzato in Italia, ma le quote che compongono le rate sono presenti anche nel piano di ammortamento italiano e in quello tedesco.
A differenza del sistema francese, che prevede rate sempre uguali, con il sistema italiano si hanno rate che decrescono a ogni versamento, con una quota capitale che rimane costante e una quota interessi che diminuisce nel tempo perché calcolata a ogni scadenza sul debito residuo. Nel caso del prestito analizzato in precedenza, avremo una prima rata pari a 228 euro, dei quali 166 euro di quota capitale e 62 di quota interessi, mentre la seconda rata sarà di 227 euro, dove la quota capitale è sempre pari a 166 euro ma quella interessi diminuisce a 61. Procedendo nel rimborso si arriva all’ultima rata di 167 euro suddivisa in una quota capitale ancora di 166 euro e una quota interessi di 1 solo euro. Anche nel caso del piano di ammortamento italiano non è conveniente estinguere il debito anticipatamente, a meno che non si sia all’inizio del rimborso, perché, analogamente a quanto succede con il sistema francese, si prevede che gli interessi vengono rimborsati prima del capitale.
Ancor meno conveniente l’estinzione anticipata di un prestito il cui piano di ammortamento segue il modello tedesco. Qui infatti abbiamo una corposa prima rata costituita da soli interessi (che quindi vengono ripagati in larga parte subito) e rate successive costanti e composte nuovamente da una quota interessi e da una quota capitale.
Giornalista professionista, collabora da diversi anni con il Sole 24 Ore (Casa24Plus, Mondo Immobiliare). In passato ha lavorato, tra gli altri, per Tempo Economico e Tgcom.
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