Mutuo per immobili in donazione: tutto quello che devi sapere
Le 3 cose da sapere:
- 1
Cos'è: costituisce un finanziamento per una casa donata
1Cos'è: costituisce un finanziamento per una casa donata
- 2
Requisiti e condizioni: diverse dal comune iter di richiesta di un mutuo
2Requisiti e condizioni: diverse dal comune iter di richiesta di un mutuo
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L'iter cambia a seconda se il donante è vivo oppure deceduto
3L'iter cambia a seconda se il donante è vivo oppure deceduto
Quando ci si trova nella situazione di dover richiedere un mutuo per una casa donata, è importante comprendere appieno le caratteristiche e i requisiti specifici di questo tipo di finanziamento. Il mutuo per ristrutturazione casa donata rappresenta un'opportunità per coloro che hanno ricevuto in donazione un immobile e desiderano ottenere il supporto finanziario necessario per effettuare lavori di rinnovamento o miglioramento dell'abitazione.
Vediamo insieme quali sono le principali caratteristiche di questo tipo di mutuo e quali passaggi sono previsti dal processo di richiesta e concessione di questo tipo di finanziamento.
Sommario
- Mutuo per immobile in donazione: come funziona
- Perché, se un immobile proviene da donazione, le banche difficilmente concedono il mutuo all'acquirente?
- Quando chiederlo se il donante è deceduto
- Quando chiederlo se il donante è vivo
Mutuo per immobile in donazione: come funziona
La procedura di richiesta ed erogazione dei mutui per immobili in donazione prevede l'adeguamento a determinati criteri, soddisfatti i quali, gli istituti di credito sono disposti ad accettare la pratica. Prima di analizzare nel dettaglio tali criteri, è opportuno fare una breve premessa che chiarisca quali sono le caratteristiche basilari di questo tipo di finanziamento e quali sono i documenti necessari per la richiesta del mutuo. La concessione del finanziamento per una casa donata da parte della banca avviene nel rispetto di determinate condizioni e segue un iter diverso a seconda che la persona responsabile della donazione sia viva o deceduta.
Ricorda che la donazione potrebbe essere da preferire all'acquisto per evitare un accertamento del Fisco dovuto a pratiche che potrebbero nascondere fini fraudolenti. Un figlio può comprare la casa dei genitori, ma questo rende difficile l'ottenimento del mutuo, e rende automatico un accertamento del Fisco.
Perché, se un immobile proviene da donazione, le banche difficilmente concedono il mutuo all'acquirente?
Il mutuo per la ristrutturazione di una casa donata presenta spesso sfide presso le banche, le quali potrebbero ritenerlo rischioso. La donazione, atto legale per trasferire proprietà gratuitamente, gode di agevolazioni fiscali, soprattutto se tra parenti. Tuttavia, può comportare conseguenze complesse, specialmente per gli immobili.
La donazione non implica un trasferimento definitivo di proprietà e può essere revocata dal donante per vari motivi. Inoltre, la donazione può essere contestata dagli eredi entro 10 anni dalla morte del donante, se risulta dannosa per loro. Questo può complicare la situazione per coloro che ricevono la donazione, specialmente se desiderano vendere l'immobile o richiedere un mutuo.
Gli eredi potrebbero infatti riottenere la proprietà dell'immobile donato. Questo rischio può scoraggiare potenziali acquirenti e banche nel concedere mutui, poiché gli immobili donati potrebbero rimanere bloccati fino a 10 anni dopo la morte del donante.
Quando chiederlo se il donante è deceduto
Se il soggetto che ha effettuato la donazione è deceduto da almeno 20 anni, le banche sono ben disposte a concedere mutui prima casa senza problemi, a patto che le condizioni finanziarie del singolo caso lo permettano.
Questo perché, trascorsi i 20 anni dalla morte del soggetto, gli eredi legittimi perdono per legge i diritti di successione e non possono più inoltrare la richiesta di revoca dell'avvenuta donazione. Ciò protegge l'istituto bancario e l'intestatario del mutuo da eventuali azioni legali intentate dai familiari della persona che ha fatto la donazione.
Se invece i 20 anni previsti dalla normativa in materia di diritti di successione non sono ancora trascorsi, la banca può concedere il finanziamento solo nell'eventualità in cui i legittimi eredi del defunto abbiano espresso formalmente la volontà di rinunciare ad ogni pretesa sulla proprietà dell'immobile. Questo perché, secondo quanto previsto dalla legge, quando il proprietario di un bene decide di donarlo senza tener conto degli eredi legittimi, questi ultimi hanno la possibilità di opporsi alla donazione e di ottenerne la revoca.
Se questa condizione si verifica, la persona che ha ricevuto l'immobile perde ogni diritto di possesso su di esso ed è tenuto a procedere alla restituzione. Di conseguenza anche le eventuali ipoteche ascritte in seguito alla donazione perdono la loro validità.
Quando chiederlo se il donante è vivo
Nel caso in cui il soggetto che ha elargito l'immobile in donazione sia ancora in vita, la procedura per la concessione del mutuo da parte dell'istituto di credito appare leggermente diversa, oltre che relativamente più semplice. In questo caso la questione dei 20 anni necessari per il decadimento legale dei diritti degli eredi legittimi non si pone, ma il soggetto donante entra a far parte attivamente della pratica di concessione del mutuo figurando come terzo ipotecario del contratto e garante. Questa particolare condizione ha l'obiettivo di tutelare sia la banca che la persona che contrae il mutuo da azioni legali da parte della famiglia del responsabile della donazione.
In alternativa, quest'ultimo può anche prestare fideiussione nella vendita. Per gli eventuali eredi intenzionati a vantare dei diritti di proprietà sull'immobile, ciò comporterebbe l'obbligo di ricompensare i danni causati all'acquirente dalla loro azione legale. La fideiussione in altre parole fa sì che i due effetti economici si equivalgano, rendendo la causa giudiziaria totalmente infruttuosa sul piano finanziario.
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