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Quali sono gli scenari sui tassi dei mutui a Novembre 2023?

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In questo nuovo appuntamento, Paolo Cianni, consulente esperto di mutui in Facile.it, fa il punto sui precedenti rialzi dei tassi stabiliti dalla BCE e ci illustra i possibili scenari per il 2024 e la panoramica sui tassi attuali dei mutui.

Pausa BCE: tassi fermi al 4,50%

Dopo dieci rincari consecutivi, la BCE ha optato per una pausa, come ampiamente previsto. Quindi i tassi dei mutui oggi sono fermi al 4,5%, e si guarda già alla prossima riunione, fissata per il 14 dicembre.

La decisione di lasciare invariati i tassi è stata condizionata da una brusca frenata dell’inflazione (al 4,3% a settembre nell’Eurozona), segno che la stretta monetaria sta cominciando ad avere effetti sui vari settori economici.

Per quanto riguarda i mutui, le nuove richieste in Italia sono in contrazione del -20% (YTD), dato che testimonia come tassi così alti facciano male alla domanda.

È la fine dei rialzi?

Ma quindi siamo arrivati al picco? Possiamo cominciare ad un eventuale taglio? Dando un’occhiata ai future sull’Euribor, essi confermano tassi al 4% per almeno tutto il 2024.

L’espressione migliore per descrivere il prossimo periodo economico è “Higher for Longer”, tassi alti per lungo tempo. I timori per una nuova “sfiammata” dell’inflazione preoccupano il consiglio direttivo della BCE, quadro acuito dalle tensioni geopolitiche nella regione Israelo-palestinese che potrebbero incidere sulle materie energetiche, e di conseguenza sull’inflazione core.

Quindi è assolutamente prematuro parlare di ribasso dei tassi, anzi, la stessa Lagarde non ha escluso la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi nei prossimi mesi.

Altro fattore da osservare con particolare attenzione è l’inversione della curva dei rendimenti. Da fine Q1 del 2023 stiamo assistendo a un particolare fenomeno che in economia rappresenta un’assoluta anomalia: i tassi di interesse nel breve periodo sono più alti di quelli a lungo termine.

Solitamente la curva dei rendimenti è inclinata positivamente: più lunga è la durata di un prestito, più è alto il tasso di interesse. Ma facendo un confronto tra Euribor e Irs negli ultimi mesi, possiamo notare che da fine marzo di quest’anno i tassi a breve costano molto più dei tassi a lungo. Ragion per cui ad oggi troviamo i tassi fissi più bassi rispetto ai variabili.

Ad oggi abbiamo una differenza di circa 79 punti base tra l’IRS a 30 anni e l’Euribor a 3 mesi. Questo delta, dopo aver toccato un massimo dell’1,15%, si sta pian piano riducendo, per via della normalizzazione della curva dei rendimenti.

Il mercato sta tornando a quotare nuovamente il rendimento al rischio correlato al tempo (con l’aumento dei rendimenti sulle obbligazioni su lunghe duration), pertanto i tassi fissi potrebbero salire nel corso dei prossimi mesi, rendendo meno ovvia la propensione a scegliere un tasso fisso rispetto ad un variabile per il proprio mutuo.

Se i tassi fissi dovessero riportarsi a livello dei tassi variabili ad oggi, e quindi IRS uguali o addirittura più alti rispetto gli Euribor, in questo caso la contrazione della domanda nel mercato dei mutui sarà ancora più marcata.

Quindi occhi puntati non solo alla BCE, ma soprattutto al mercato obbligazionario, in particolar modo sulle lunghe duration.

Panoramica dei tassi

Gli IRS nell’ultimo mese subiscono un incremento marcato, di circa 40 basis point su tutte le durate.

IRS10A15A20A25A30A
02-gen3,10%3,05%2,83%2,61%2,42%
03-apr2,92%2,92%2,78%2,60%2,45%
03-lug3,06%2,98%2,85%2,69%2,55%
02-ott3,13%3,16%3,06%2,92%2,81%
29-ott3,47%3,51%3,43%3,31%3,19%

Gli Euribor continuano ad aumentare progressivamente:

EURIBOR3M
02-gen2,16%
03-Apr3,05%
03-lug3,58%
02-ott3,77%
29-ott3,95%

Possiamo notare l’aumento considerevole degli IRS, dovuto in parte alla normalizzazione della curva dei rendimenti.

Nonostante tutto, ad oggi i fissi continuano ad essere molto competitivi, avendo un parametro di riferimento di circa 80 basis point rispetto agli Euribor.

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