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Recupero crediti Superbonus in 10 anni: tutte le novità

4 giu 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Eleonora D.

modellino casa appoggiato sul tavolo accanto a una calcolatrice

Il Superbonus potrebbe cambiare volto con le nuove regole: a quanto pare, i crediti dovranno essere recuperati obbligatoriamente in 10 anni, invece dei 4 opzionali.

Questo è quanto previsto dall'emendamento al Decreto Stop Superbonus (DL 39/2024). Rimane incertezza sulla retroattività delle misure, ma l'obiettivo del Governo è di rendere il recupero dei crediti meno gravoso per le entrate dello Stato. Quali sono tutte le le novità?

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Superbonus: gli interventi

Il Superbonus è l'agevolazione fiscale regolata dall'articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che ammette una detrazione del 110% delle spese sostenute per interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica o per altri tipi di lavori, consentendo ai beneficiari di recuperare parte delle spese attraverso la dichiarazione dei redditi.

Proprio riguardo al Superbonus, il Governo sta valutando l'opzione di allungare il periodo di compensazione dei crediti spettanti ai beneficiari. Di seguito vediamo tutti i dettagli.

Le novità sulla compensazione dei crediti in Superbonus

Com’è noto, il Superbonus rappresenta un incentivo strategico per promuovere l'ammodernamento energetico e sismico degli edifici attraverso agevolazioni fiscali sostanziose.

Attualmente, coloro che hanno ottenuto credito o hanno optato per lo sconto in fattura possono dilazionare il rimborso in dieci tranche annuali. Questa dilazione si rivela particolarmente vantaggiosa per coloro che non dispongono delle risorse fiscali necessarie per riscuotere i crediti nel breve periodo originariamente previsto, limitato a quattro anni.

Tuttavia, tale estensione del periodo di rimborso, mentre favorisce i contribuenti con capacità finanziarie limitate, comporta un rallentamento nella riscossione delle somme da parte del fisco.

Pertanto, il Governo sta valutando un emendamento che renderebbe obbligatoria la rateizzazione dei crediti d'imposta su dieci anni per tutti, abolendo la possibilità di scegliere un periodo di rimborso più breve.

Dall’Ance, preoccupazione per la retroattività

Nonostante non si disponga ancora del testo definitivo dell'emendamento, le dichiarazioni preliminari rimangono l'unica fonte d'informazione. Ad ogni modo, l'Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha espresso considerevoli preoccupazioni in merito.

Si teme che l'introduzione di un piano di rimborso decennale possa avere ripercussioni negative su istituti bancari, imprese e cittadini, specialmente se la normativa sarà retroattiva.

Questo cambiamento potrebbe portare a una notevole diminuzione della liquidità e dei risparmi degli italiani, compromettendo inoltre la capacità di pianificazione finanziaria di tutte le parti coinvolte e mettendo in pericolo la realizzazione di numerosi progetti di riqualificazione già in corso.

Esercizio dell’opzione in 10 anni

Attualmente, per coloro che intendono estendere il periodo di recupero dei crediti su un arco temporale di 10 anni, compresa la regolazione dei crediti delle annualità precedenti ancora non liquidati, è obbligatorio aver esercitato l'opzione entro il 31 marzo scorso.

La compensazione con le nuove rate sarà consentita solo a partire dall'anno fiscale successivo a quello in cui è stata attivata la rateizzazione. È importante evidenziare che le rate possono essere utilizzate esclusivamente dal beneficiario e non sono cedibili a terzi. Inoltre, non è permesso frazionare ulteriormente i pagamenti.

Chi ha aderito all'opzione entro il 31 marzo deve notificare alla Agenzia delle Entrate l’intenzione di rateizzare sia i crediti ancora pendenti che i crediti acquisiti nel frattempo. La comunicazione in questione, può essere effettuata tramite l'area riservata del portale dell'Agenzia delle Entrate, utilizzando la piattaforma "Cessione crediti".

Per il Superbonus, i crediti che possono essere soggetti a compensazione riguardano le seguenti annualità:

  • gli anni a partire dal 2022, per i crediti derivanti dalle comunicazioni di opzione trasmesse entro il 31 ottobre 2022
  • gli anni successivi al 2022, per i crediti comunicati da novembre 2022 al 31 marzo 2023

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