Superbonus 110% e lavori non terminati: le regole per evitare contenziosi
4 dic 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Marianna S.
Secondo quanto dichiarato dall’ordine dei Commercialisti, il termine del Superbonus al 31 dicembre 2023 potrebbe generare contenziosi fra i condomini e le imprese addette ai lavori.
A questo proposito, per prevenire eventuali controversie, con conseguenti cause civili, amministrative e tributarie, sono state suggerite diverse norme di interpretazione autentica.
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Rischio contenziosi per la riduzione dell'Aliquota del Superbonus
Secondo quanto previsto dalla legge, il Superbonus 110 subirà una riduzione del 70% a partire dal 1° gennaio 2024. La difficoltà principale da affrontare riguarda i lavori con Superbonus al 110% non completati entro il 31 dicembre 2023.
Ciò potrebbe generare contenziosi legati:
- alle conseguenze di questa riduzione sulle clausole contrattuali
- alle nuove spese che potrebbero bloccare gli interventi inizialmente pianificati
- alle agevolazioni fiscali già utilizzate in caso di mancata conclusione dei lavori
Il suggerimento dell’ordine dei Commercialisti è dunque quello che il legislatore, al fine di ridurre il numero di contenziosi derivanti dalla mancata proroga, introduca delle norme procedurali, che non vadano a impattare finanziariamente sul bilancio dello Stato.
Norme di interpretazione autentica per evitare controversie
Sono state proposte differenti norme di interpretazione autentica, focalizzate sugli interventi per i quali si è già provveduto alla liquidazione degli stati di avanzamento lavori con Superbonus al 110% fino al 31 dicembre 2023.
Accordi tra committente e impresa
Si introduce una norma che regola gli accordi tra committente e impresa esecutrice dei lavori, che prevede un accordo tra le parti nell’assumersi ciascuno i propri obblighi derivanti dallo sconto in fattura:
- l’impresa fa a meno della percentuale di corrispettivo non più coperto dal Superbonus (30%)
- il committente rinuncia ad intraprendere qualsiasi azione per risarcimento danni, subiti dal ritardo nella consegna dei lavori
Questa norma permetterebbe all’impresa di avere diritto al credito d’Imposta al 70% previsto dal 2024, qualora il committente fosse impossibilitato a pagare il residuo 30%.
Norma per evitare controversie tributarie
Si propone una norma che impedisce all'Amministrazione finanziaria di recuperare le agevolazioni Superbonus già godute in caso di mancata conclusione dei lavori negli anni successivi al 2023.
Questo proteggerebbe l'incentivo fiscale utilizzato in situazioni di stallo dovute all'impossibilità del committente di pagare il 30% delle spese per la prosecuzione dei lavori nel 2024.
Effettuazione congiunta di interventi trainati e trainanti
Si chiarisce che se gli interventi "trainati" vengono realizzati durante l'intervallo tra l'inizio e la fine dei lavori "trainanti", il requisito di effettuazione congiunta si applica anche agli interventi "trainati" per i quali l'emissione della fattura, comprensiva dello sconto sul corrispettivo che va ad azzerare il netto da pagare, avviene successivamente alla conclusione dei lavori "trainanti".
Queste proposte avrebbero utilità nel caso in cui non venisse decisa una proroga. Attualmente, nonostante alcune richieste di rinvio presentate, vi sono scarse possibilità che si possa decidere per una proroga nell'ambito della Legge di Bilancio 2024.
Tuttavia, fino a quando i vari provvedimenti non saranno definitivamente approvati, non è possibile escludere nulla.
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