Che cosa è il prestito ipotecario e quando è possibile accedervi
27 nov 2020 | 4 min di lettura | Pubblicato da Castiglia M.
Tra le diverse tipologie di finanziamento personale c’è il prestito ipotecario. Si tratta di una soluzione che permette di ottenere un prestito offrendo in garanzia un immobile di proprietà, o di un bene di valore, sul quale viene iscritta un’ipoteca. Esattamente come avviene nel caso dei mutui. Il bene che viene ipotecato deve essere interamente di chi richiede il prestito, ma se vi sono altri proprietari che detengono quote dell’immobile o del bene è necessaria la loro autorizzazione a che l’ipoteca venga iscritta.
La strada del prestito ipotecario viene solitamente percorsa da coloro che hanno bisogno di liquidità ma sono privi di busta paga la quale, al contrario, rappresenta già di per sé una garanzia per la banca. In pratica, se manca la busta paga, e non si possono presentare fideiussioni o polizze assicurative, l’iscrizione dell’ipoteca su un bene di proprietà costituisce per l’istituto erogante una garanzia sufficiente a tutela di future eventuali insolvenze da parte del richiedente.
Qual è l’importo massimo che si può richiedere
Non tutte le banche erogano questa tipologia di prestito. Perciò, la prima cosa da fare è verificare che l’istituto al quale ci si rivolge effettui l’operazione. L’importo che si può ottenere, a differenza dei prestiti personali 'standard', può essere anche molto elevato, a patto che l’immobile dato in garanzia abbia un valore congruo.
Analogamente anche la durata del rimborso può essere più lunga rispetto a quella dei prestiti personali per i quali, mediamente, la restituzione del capitale avviene al massimo nel giro di 10 anni. Nel caso del prestito ipotecario la durata può perciò variare e molto dipende anche dal valore dell’immobile (o di altro bene) dato in garanzia. Per quanto riguarda infine la rata, come succede per tutti i finanziamenti, essa non deve superare un terzo delle entrate mensili. Quindi, se si ha uno stipendio di 1.500 euro, la rata non deve essere maggiore di circa 500 euro.
La documentazione da presentare
I documenti che servono per la richiesta di un prestito ipotecario sono gli stessi che vengono presentati per qualsiasi altro tipo di finanziamento. Vale a dire:
- certificato di residenza;
- documento d’identità
- codice fiscale;
- busta paga o, se non la si ha, l’ultima dichiarazione Irpef che attesti la situazione reddituale del richiedente.
A questa documentazione si aggiunge quella che certifica la proprietà dell’immobile o del bene di valore sul quale è stata iscritta l’ipoteca.
Da tenere presente, infine, i costi del notaio, dato che l’iscrizione di un’ipoteca necessita sempre di un atto notarile.
Quando è il caso di chiedere un prestito ipotecario
Come già detto, se non si ha la busta paga e si è proprietari di un immobile o di un altro bene di valore da dare in garanzia, il prestito ipotecario può essere una soluzione. Questa tipologia di finanziamento è però ideale anche quando si ha bisogno di somme molto elevate che difficilmente si potrebbero ottenere con un normale prestito personale.
Come sempre, prima di stipulare un contratto di prestito ipotecario, è bene riflettere sulla propria capacità di restituzione del debito. Perché, in caso di inadempienze, come avviene anche per i mutui ipotecari, la banca può rivolgersi al tribunale e chiedere la vendita forzata del bene per recuperare le spettanze con il ricavato.
Prestito vitalizio ipotecario
Benché i nomi si assomiglino, il prestito ipotecario non è da confondere con il prestito vitalizio ipotecario. Quest’ultimo infatti è uno strumento riservato agli over 60 proprietari di un immobile. Il prestito vitalizio ipotecario consente, mantenendo la proprietà e l’uso della casa, di ottenere denaro contante a fronte dell’iscrizione di un’ipoteca sul bene posseduto. L’importo che si ottiene varia in base all’età del richiedente e al valore dell’immobile ipotecato ma non può essere superiore a 350mila euro.
Tale prestito può non essere rimborsato per la quota capitale, mentre si può predisporre un piano di rientro per la restituzione degli interessi e delle spese. Alla morte del titolare del finanziamento, gli eredi dovranno restituire alla banca la somma erogata in un’unica soluzione oppure incaricare la stessa della vendita dell’immobile. Con i proventi della vendita, gli eredi possono saldare la banca e, se c’è, incassare l’eccedenza.
Giornalista professionista, collabora da diversi anni con il Sole 24 Ore (Casa24Plus, Mondo Immobiliare). In passato ha lavorato, tra gli altri, per Tempo Economico e Tgcom.
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