Vantaggi fiscali: detrazioni e tassazione nella polizza vita
Le 3 cose da sapere:
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Quanto detrarre: il 19% dei premi versati per le assicurazioni caso morte.
1Quanto detrarre: il 19% dei premi versati per le assicurazioni caso morte.
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Tassazione: si applica solo al riscatto delle assicurazioni sulla vita.
2Tassazione: si applica solo al riscatto delle assicurazioni sulla vita.
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Confronta le polizze vita e scegli la più conveniente per tutelare i tuoi cari.
3Confronta le polizze vita e scegli la più conveniente per tutelare i tuoi cari.
Quando si sceglie di stipulare una polizza vita, è di fondamentale importanza tenere presente che sono previste detrazioni fiscali relative sia al pagamento delle rate del premio, sia alla liquidazione anticipata e al riscatto della polizza vita.
Sommario
Detrazioni dai contributi dei premi delle polizze vita
Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 47 del 18 febbraio 2000, sono stati istituiti livelli differenti per la detraibilità dei premi. A partire dal primo gennaio 2001 è infatti possibile detrarre il 19% dai premi versati per tutte le assicurazioni caso morte, per un importo totale che non superi i 1291,14 euro annui. Per poter usufruire di questa detrazione, è necessario che la polizza soddisfi due condizioni fondamentali, che riguardano la durata del contratto e l'assenza di prestiti legati alla polizza:
- Durata minima di 5 anni: la polizza deve avere una durata minima di cinque anni, al fine di garantire che l'assicurato abbia un impegno a lungo termine con la compagnia assicurativa. Questo vincolo è stato introdotto per evitare che i contribuenti utilizzino la detrazione per contratti di breve durata, che non garantiscono una copertura adeguata nel tempo. La durata del contratto è quindi un requisito fondamentale per accedere alla detrazione fiscale.
- Assenza di concessione di prestiti: un altro requisito fondamentale per poter beneficiare della detrazione è che non vengano concessi prestiti contro la polizza nei primi cinque anni dalla stipula. Questo punto è cruciale in quanto i prestiti erogati sulla polizza potrebbero compromettere il piano di accumulo del capitale, riducendo l’efficacia della copertura e la possibilità di godere dei benefici fiscali.
Tassazione del capitale liquidato
Nel caso in cui venga eseguita la liquidazione del capitale di una polizza vita, è importante sottolineare che questo importo è completamente esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Tale esenzione fiscale è stabilita dall'articolo 34 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 600/1973, che indica che i capitali derivanti da polizze vita, quando liquidati al beneficiario, non devono essere inclusi nella dichiarazione dei redditi. Questo significa che l'importo ricevuto non verrà tassato come reddito, a differenza di altre forme di guadagno che devono essere dichiarate e tassate.
La somma di denaro ottenuta in seguito alla liquidazione del capitale di una polizza vita è impignorabile ed esente dagli oneri di successione. Questa esenzione è una delle principali attrattive fiscali delle polizze vita, che non solo garantiscono una somma di denaro ai beneficiari in caso di decesso dell'assicurato, ma lo fanno senza che tale somma debba essere dichiarata e tassata come reddito personale. L'assenza di tassazione sul capitale liquidato rende le polizze vita strumenti di pianificazione finanziaria particolarmente vantaggiosi, soprattutto per coloro che desiderano lasciare un’eredità a familiari o beneficiari, senza che questa venga ridotta da imposte sul reddito.
Qualora gli eredi ricevano il capitale in eredità non sono tenuti a corrispondere alcuna tassa di successione e non è possibile, da parte dei creditori, sequestrare il suddetto bene.
Tassazione del riscatto delle assicurazioni sulla vita
Contrariamente a quanto avviene per il capitale liquidato in seguito alla morte dell’assicurato, il denaro proveniente dal riscatto polizza vita in seguito alla permanenza in vita dell’assicurato oltre il termine prestabilito è soggetto a un’imposta sostitutiva del 12,5%. Tale contributo viene pagato sulla differenza tra l’ammontare percepito e i premi pagati ed è stato stabilito in seguito alla pubblicazione dell’articolo 26 ter del Decreto del Presidente della repubblica n. 600/1973.
Affrancamento delle polizze vita
Con la Legge di Bilancio 2023 i contraenti di una polizza vita possono anticipare il pagamento delle imposte dovute sul rendimento maturato fino al 31 dicembre 2022 tramite il versamento di un'imposta sostitutiva fissa del 14%, che va a sostituirsi a quella applicabile al momento della liquidazione della polizza. Da questa misura sono escluse le polizze che hanno scadenza al 31 dicembre 2024.
Impignorabilità delle assicurazioni vita a fini previdenziali
Una particolarità che riguarda unicamente le polizze vita stipulate a fini previdenziali, ovvero con lo scopo di garantire una rendita che permetta all’assicurato una somma aggiuntiva oltre a quella prevista dalla pensione obbligatoria, è quella di essere non pignorabili oltre che non sequestrabili. In altre parole, se un individuo stipula una polizza vita con l’intento di proteggere il proprio futuro pensionistico, le somme accumulate nella polizza sono protette dalla legge.
Questa caratteristica viene stabilita nell’articolo 1923 del Codice Civile che ne sanziona l’impignorabilità e la non sequestrabilità dei premi, oltre che delle prestazioni dovute dalla compagnia in seguito al verificarsi di decesso o morte presunta dell’assicurato. Anche in questo caso, non è possibile per i creditori avvalersi dei capitali corrispondenti né mediante riscatto anticipato, né mediante sequestro della somma di denaro relativa.
Questa impignorabilità è particolarmente vantaggiosa in un contesto economico instabile, dove la possibilità di accesso a tali fondi da parte dei creditori può rappresentare un rischio significativo per la sicurezza finanziaria dell’assicurato. La legge protegge dunque chi decide di destinare una parte delle proprie risorse a un piano previdenziale, garantendo che tali somme siano destinate esclusivamente a coprire le necessità future dell’assicurato o dei suoi beneficiari. Inoltre, la non sequestrabilità dei fondi della polizza vita a fini previdenziali estende questa protezione, impedendo che il denaro venga prelevato tramite misure legali come il sequestro, in caso di problemi economici.
Queste disposizioni sono pensate per dare agli assicurati una serenità maggiore nel pianificare la propria pensione e il proprio futuro finanziario, senza il timore che i capitali investiti possano essere compromessi da eventi imprevisti legati alla gestione di debiti. Di conseguenza, le polizze vita destinate a fini previdenziali sono strumenti finanziari molto apprezzati per la loro capacità di tutelare il risparmio, non solo dal punto di vista fiscale ma anche legale.
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