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29 apr 2024 | 5 min di lettura | Pubblicato da Cristina B.

giovane coppia che guarda il pc

Cresce l’allarme per le truffe finanziarie anche legate alla richiesta di prestiti. Scende in campo la Consob con la pubblicazione, sul proprio sito, di una avvertenza per i risparmiatori sugli indizi che possano aiutare a capire quando ci si trova di fronte a delle frodi.

Sotto la lente, stavolta, i finti articoli sui siti web e sui social i richiami allarmistici che utilizzano foto di vip e star per indirizzare uno sprovveduto risparmiatore verso siti con richiesta di dati e di soldi articolando vere e proprie truffe.

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Sempre il sito di Consob aggiorna costantemente i dati di indirizzi web reputati inaffidabili che attraverso la promessa di guadagni, vogliono carpire dati e, nella peggiore delle ipotesi, entrare nei conti correnti degli sprovveduti risparmiatori. Dall’ultimo rendiconto della commissione per la società e borsa (Consob) da luglio 2019, anno da cui parte questo tipo di monitoraggio e segnalazione, ai primi quattro mesi 2024 sono oltre mille (1.065) i siti che riportano rischi per gli utenti e offrono servizi finanziari senza la dovuta autorizzazione.

Vediamo insieme di cosa si tratta quando si parla di truffe finanziarie e come poter essere più attenti e consapevoli.

Tre indizi fanno una prova, l’avvertimento della Consob

Le truffe seguono la modernità. I canali privilegiati attraverso i quali viaggiano creando un danno per i risparmiatori sono internet e il telefono. Per Consob le nuove tipologie a rischio sono le seguenti:

a) iniziative di operatori finanziari abusivi che utilizzano indebitamente il nome e l’immagine di personaggi noti, per lo più del mondo dello spettacolo e dello sport, per indurre i risparmiatori, dietro promesse di facili guadagni, ad aderire a presunte proposte di investimento o relative all’asserito acquisto di crypto-asset;

b) sedicenti società di recupero crediti che – a volte anche utilizzando illegittimamente la denominazione e il logo della CONSOB o di altre Autorità – contattano gli investitori vittime di operatori finanziari abusivi prospettando loro, a fronte di un corrispettivo in denaro, la possibilità di ottenere il rimborso delle somme già investite, salvo poi sottrargli anche queste ulteriori somme senza fornire alcun servizio;

c) campagne pubblicitarie poste in essere da imprecisati soggetti che sfruttano indebitamente la notorietà di primarie società (quali ad es. Amazon, Poste Italiane, Eni o Fininvest) per proporre fittizi investimenti in titoli azionari delle medesime società.

Consob dunque mette in guardia il pubblico dei risparmiatori sui rischi connaturati a tali iniziative che partono come vere proprie fake news e L’Autorità ricorda che non svolge alcuna attività finalizzata a promuovere l’adesione a opportunità di investimento né invia comunicazioni al pubblico dei risparmiatori con cui chiede la corresponsione di somme di denaro o l’invio di dati personali per finalità di investimento.

Dunque le pagine web, o gli avvisi all’interno di social e spazi pubblicitari che”scimmiottano” finti articoli di giornali con toni allarmistici e fintamente drammatici con le foto di personaggi dello spettacolo e della televisione del cinema sono nient’altro che notizie false e modi per essere un primo richiamo per truffe con conseguenze pesanti per chi non riesce a contestualizzare bene ciò che legge e si affida.

Chi sono le vittime delle truffe?

Sono i giovani, quelli che navigano e che si sentono più sicuri sul web quelli più a rischio. Una recente ricerca di Barclays Bank banca nazionale britannica ha rilevato che il 26% delle vittime delle frodi ha meno di 30 anni mentre il 77% di tutte le truffe si consuma sui social media, ecco dunque che l’avviso di febbraio di Consob ha ancora maggior peso considerato il possibile profila del truffato, giovane, che naviga sui social e forse con poca consapevolezza dei contenuti che legge e visiona.

Complici inconsapevoli

Nelle truffe finanziarie c’è purtroppo una sorta di corresponsabilità proprio da parte di chi poi risulta vittima. Se si parte da una sorta di facilità a credere e dunque a affidarsi a false informazioni, facilmente riscontrabili, il passaggio successivo è quello di ritenere possibili le promesse di facili guadagni di presunti maghi della finanza e del risparmio. Il truffato, purtroppo, per paradosso diventa complice dello stesso schema anche se alla fine ci rimette totalmente. Alcuni dubbi da sollevare e alcune verifiche da fare in una fase iniziale possano aiutare a salvare risparmi e serenità.

Verificare le promesse di guadagni con i tassi applicati dalle banche

Ad esempio, buona norma è quella di confrontare il rendimento che viene promesso con quello che è offerto sul mercato dagli intermediari tradizionali, ponendo come base la considerazione che nessuno regala nulla. Di fronte a scostamenti eccessivi non esitare a chiedere le ragioni dello scostamento rilevante dei guadagni che si attendono

Quando si investe non esiste il rischio zero e il guadagno assicurato per di più con alti rendimenti.

Riflettere sullo strumento che viene proposto e leggere i documenti

Inoltre è sempre bene indagare sullo strumento finanziario proposto. I siti istituzionali forniscono indicazioni anche da questo punto di vista. Analizzare sempre la documentazione proposta, pagare in maniera tracciabile e riflettere a fondo sulla natura della scelta che si sta facendo anche di allargarla a terzi come familiari e amici.

Nell’aggiornare l’elenco dei siti ingannevoli la Consob evidenzia questo concetto: di usare la massima diligenza al fine di effettuare in piena consapevolezza le scelte di investimento, adottando comportamenti di comune buon senso, imprescindibili per salvaguardare il proprio risparmio: tra questi, la verifica preventiva, per i siti che offrono servizi finanziari, che l'operatore tramite cui si investe sia autorizzato e, per le offerte di prodotti finanziari, che sia stato pubblicato il prospetto informativo.

Lo schema Ponzi cos’è

Una delle più celebri truffe finanziarie si chiama schema ponzi e deve il nome a Charles Ponzi che la creò negli stati uniti agli inizi del 1900 e riuscì a truffare circa 15 mila persone per un valore di più di 15 mln di dollari attraverso un investimento iniziale richiesto di tre dollari.

Si tratta di uno schema a piramide, una specie di catena di Sant Antonio in cui vengono promessi interessi molto elevati, pagati agli investitori mediante i soldi che apportano nuovi soggetti che aderiscono successivamente allo schema. Quindi tutto si regge sulla capacità di coinvolgere altri partecipanti, ma quando il denaro in entrata non riesce più a coprire gli interessi promessi a coloro che già sono coinvolti nello schema, il circuito si blocca, manifestando la sua natura di truffa.

Le principali caratteristiche dello schema Ponzi sono: promesse di ingenti guadagni in poco tempo e poco rischio, documenti lacunosi spesso coperti da segreto o con espressioni alta finanza con cui sono mascherati, partecipanti non competenti che affidano i propri soldi all’imbonitore finanziario, attività legata a un solo promotore, azienda o prodotto, elevatissima rischiosità mascherata dalla remunerazione ricevuta regolarmente i primi tempi.

Autore
cristina bartelli

Giornalista professionista dal 2004 e vicecaporedattore per ItaliaOggi, scrive del Fisco in ogni sua forma. Ha fatto incursioni su Classcnbc e Tgcom per raccontare le novità di manovra di bilancio, sanatorie fiscali e storie di elusione.

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