Taglio dei tassi BCE: 7 modi in cui influisce sulle finanze personali
10 ott 2024 | 6 min di lettura | Pubblicato da Marianna S.
Gli effetti delle dinamiche della politica monetaria, sono visibili concretamente nei mercati finanziari, così come sui mutui, sui prestiti e nel risparmio, con conseguenze per le banche e i consumatori.
Il taglio dei tassi di interesse BCE, ha impattato direttamente e indirettamente sulla vita di tutti, andando a influenzare i prezzi dei beni, e di conseguenza le scelte economiche quotidiane.
Su Facile.it, leader nel confronto di prestiti online, parliamo di come il taglio BCE influenza le finanze personali.
7 modi in cui il taglio BCE influisce sulla tua vita
Il nuovo taglio dei tassi, secondo al precedente taglio avvenuto a giugno 2024, ha portato il tasso di deposito da 3,75% a 3,50% e potrebbe avere notevoli riscontri sul bilancio familiare e sulla pianificazione delle proprie finanze. Di seguito, vediamo su cosa impatterà maggiormente.
1) Effetto sui mutui
Quando la BCE riduce i tassi, gli effetti più evidenti riguardano i mutui a tasso variabile, il calo dell’Euribor infatti, comporta una diminuzione dell’importo delle rate mensili con un conseguente risparmio per i consumatori.
Diverso è per chi ha scelto un mutuo a tasso fisso, che non vedrà alcun cambiamento. A beneficiare del taglio dei tassi saranno anche i nuovi mutuatari, per i quali un tasso più basso renderebbe l’acquisto più accessibile, con condizioni più vantaggiose da parte delle banche.
Prendendo in considerazione l’ultimo TAEG comunicato da Bankitalia, che è pari al 3,94%, è stato stimato che una riduzione dell’Euribor di 25 punti base, corrisponderebbe ad un risparmio sulla rata di circa 18 euro mensili e 216 euro annuali. Mentre su un finanziamento immobiliare di 200.000 euro, con durata 25 anni, il risparmio ammonterebbe complessivamente a 70.000 euro, rispetto a quanto i tassi medi superavano il 5%. Il calo dei tassi ha avuto un riscontro positivo anche sulla domanda di mutui e prestiti, che nel mese di agosto 2024, secondo i dati Crif, ha fatto registrare un aumento del 13,4%.
2) Effetto sui prestiti personali
Anche i prestiti personali e al consumo hanno subito una riduzione dovuta al calo dei tassi sui depositi, con conseguente beneficio sul consumatore medio che necessita di un prestito per finanziare un progetto personale o qualunque altra spesa. Occorre tuttavia considerare che in un contesto di incertezza economica, alcune banche potrebbero non ridurre i tassi sui prestiti nell’immediato, e applicare criteri per l’accesso al credito più restrittivi.
Certo è che la diminuzione sui costi dei finanziamenti potrà incentivare le spese e i consumi, condizione essenziale per il risveglio dell’economia, come si è potuto evidenziare dopo il primo taglio dei tassi BCE, con un calo del tasso sul credito al consumo da oltre il 14% all’8,58%. Prestiti meno costosi infatti, incoraggiano l’aumento della domanda che, secondo i dati Crif, ha registrato un aumento del +4,3%. Oggigiorno, acquistare un’auto da 25.000€ con un finanziamento di 10 anni, costerebbe 11.000€ in meno rispetto ad un anno fa.
3) Effetto sul risparmio e sui conti di deposito
Il settore del risparmio è interessato invece dall'aspetto negativo della riduzione dei tassi da parte della BCE. L'abbassamento dei tassi infatti, comporta anche il calo dei rendimenti dei conti deposito e dei conti di risparmio. Questo avviene perché le banche, guadagnando meno interessi per depositare fondi in eccesso presso la BCE, sono meno motivate a offrire rendimenti elevati ai loro clienti.
Per il risparmiatore medio dunque, mantenere denaro in un conto deposito sarà meno remunerativo rispetto al passato. Si potrebbe tuttavia ancora approfittare degli attuali tassi di remunerazione più alti, che arrivano fino al 4,30% per depositi vincolati a 36 mesi, ma solo per poco tempo. Il calo dei rendimenti dei conti deposito vincolati ha preso il via all'inizio dell'estate, con i tassi offerti dalle banche in diminuzione di 15-25 punti base. Questa situazione potrebbe spingere molti risparmiatori a cercare alternative d'investimento più redditizie, come le obbligazioni aziendali o gli investimenti in azioni, che risultano però più rischiose.
4) Effetto sui mercati obbligazionari
Un ulteriore effetto evidente della riduzione dei tassi da parte della BCE si riflette sul mercato delle obbligazioni. Il valore delle obbligazioni, BTP, BOT e altre, tende infatti ad aumentare quando i tassi diminuiscono. Le obbligazioni già emesse pertanto, vedranno un incremento del loro valore, rispetto ai nuovi titoli che offriranno rendimenti inferiori conformemente ai nuovi tassi. Un'opportunità di profitto per chi già possiede di obbligazioni dunque, che ha la possibilità di vendere le stesse nel mercato secondario a un prezzo più alto.
Tuttavia, l'andamento dei prezzi delle obbligazioni è anche influenzato dall'evoluzione dell'inflazione. Se dopo la riduzione dei tassi si dovesse registrare un aumento dell'inflazione infatti, si potrebbe assistere ad un incremento dei tassi da parte degli emittenti di obbligazioni a lunga scadenza, con allo scopo di compensare questo rischio, rendendo così più ripida la curva dei rendimenti.
In linea generale, se la riduzione dei tassi può offrire opportunità a breve termine per chi mira a trarre vantaggio dall'aumento dei prezzi delle obbligazioni esistenti, allo stesso tempo rende il mercato obbligazionario meno attraente per chi è alla ricerca di rendimenti elevati.
5) Effetto sui costi bancari
La riduzione dei tassi da parte della BCE ha un effetto negativo su quelli che sono i costi bancari, poiché porta a un calo del rendimento che le banche ottengono depositando il loro surplus presso la banca centrale. Quando il tasso sui depositi diminuisce, gli istituti bancari potrebbero andare in cerca di nuove fonti di guadagno al fine di mantenere la loro redditività, ad esempio abbassando i tassi d'interesse sui conti di risparmio, o aumentando le commissioni sui servizi bancari.
Le conseguenze per i risparmiatori, sarebbero l’incremento dei costi su servizi come prelievi, bonifici, o gestione del conto corrente. Sebbene questo effetto non sia immediato né certo, rappresenta comunque una possibilità concreta in un quadro di riduzioni prolungate dei tassi.
6) Effetto sull’inflazione e sul potere di acquisto
La riduzione dei tassi da parte della BCE ha anche conseguenze indirette sull'inflazione e sulla capacità di spesa dei consumatori medi. Tassi di interesse più bassi possono infatti incentivare l'attività economica, promuovendo consumi e prestiti, il che può portare a un aumento dei prezzi, e conseguentemente dell’inflazione.
Tuttavia, molte economie europee, in periodi di rallentamento economico come quello attuale, tali riduzioni potrebbero non raggiungere l’effetto sperato, mantenendo invariata o addirittura riducendo la capacità di spesa. Di fatto, nel caso in cui i tassi di interesse sui depositi diminuiscono e l’inflazione resta stabile o cresce, il valore reale dei risparmi si riduce.
7) Effetto sui mercati azionari
Per chi cerca rendimenti più elevati, la riduzione dei tassi d'interesse da parte della BCE può rendere i mercati azionari maggiormente appetibili. Infatti, con rendimenti più bassi dai conti di deposito e dalle obbligazioni, molti investitori si orientano verso il mercato azionario in cerca di profitti maggiori. Inoltre, in un ambiente caratterizzato da tassi bassi, le aziende possono ottenere finanziamenti a costi più contenuti o ridurre il proprio debito, liberando così risorse per nuovi investimenti.
Di conseguenza, il valore delle loro azioni tende ad aumentare. Durante i periodi di calo dei tassi d'interesse, le piccole capitalizzazioni traggono vantaggio dalla rotazione settoriale verso aziende precedentemente trascurate e con valutazioni inferiori rispetto alle medie storiche. Tuttavia, è importante ricordare che il mercato azionario è soggetto a fluttuazioni, e il prezzo delle azioni può variare per vari motivi che non dipendono esclusivamente dai tassi di interesse.
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