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25 giu 2024 | 6 min di lettura | Pubblicato da Cristina B.

giovane uomo visita gioielliere al monte di pietà

Il Monte di Pietà si rinnova via app e con il ritiro a domicilio. Un mercato da circa 800 mln di cui, in un periodo di tassi alti e stretta creditizia, se ne riscopre l’uso. Accanto alle forme tradizionali in filiale, anche una forma rinnovata che garantisce la tracciabilità del processo di credito su pegno e anche la privacy/anonimato di chi si rivolge al Monte.

La media richiesta va dai 1600 fino ai 150 mila euro. Il profilo di chi si rivolge a questa forma alternativa del credito al consumo è varia, dall’abbiente alla partita Iva.

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Come funziona il credito su pegno?

E’ un’operazione alternativa al credito al consumo dove il cliente, che è prevalentemente una persona fisica, cede in pegno appunto, offre in garanzia oggetti e beni mobili di sua proprietà a un Monte di Pietà o a una banca in modo da ottenere un prestito in tempi stretti con la possibilità dopo un tempo breve di riprendere il bene restituendo la somma prestata con interessi o al contrario lasciandolo alla disponibilità del Monte che anche qui dopo un periodo di tempo metterà il bene all’asta.

Il calcolo del valore

Il valore del bene “liquidato” è stimato da un perito della società a cui il cliente si rivolge. La somma puo’ essere erogata in contante (fino ai tetti fissati dalla legge sulla circolazione del contante e cioè fino a 4.999,99 euro), con bonifico accreditato sul conto

Esiste un tetto alla somma che si riconosce: l'ammontare del prestito non può eccedere i quattro quinti del valore di stima fissato dal perito.

Se l’operazione va a buon fine, la società rilascia al cliente, che in questo caso assume il nome tecnico di prestatario, una polizza al portatore indispensabile per l’eventuale restituzione del bene. La polizza legittima il cliente a riavere il bene. Come? Attraverso il rimborso del prestito o comunque a effettuare delle operazioni legate al prestito, una estinzione, un rinnovo.

Per legge, come detto, l’ammontare del prestito ha una soglia oltre la quale non puo’ andare quella di 4/5 del valore di stima fissato dal perito.

La società puo’ rifiutare la concessione del prestito se ha dubbi sulla provenienza del bene giudicata sospetta, è il tema del rischio di ricettazione e cioè beni che provengono da furti e sono quindi oggetto di reato.

I documenti richiesti di solito sono il documento di identità, il codice fiscale e di portare se si reca sul posto il bene con sé. Altrimenti, come si vedrà, nell’ultimo anno sono nate delle app per la gestione tramite remoto e sistema di blockchain tracciabili la filiera del credito su pegno.

Cosa può essere concesso in pegno?

Beni mobili che abbiano un valore e dunque in cima alla lista ci sono i beni preziosi soprattutto:

monete d’argento, oggetti e monete d’oro e di platino, gioielli, diamanti incastonati, perle, pietre di colore, orologi.

Dai fogli informativi di società gestite da istituti di credito con il focus sui pegni, si scopre che non possono essere costituiti in pegno: oggetti fragili, deteriorabili, radioattivi, facilmente infiammabili od esplodenti, commestibili, liquidi, di difficile custodia, ingombranti o di soverchio peso; vestiario od equipaggiamenti militari o equiparati; gli abiti religiosi, i paramenti sacri e gli oggetti di culto, oggetti non puliti o male conservati, oggetti che per le loro particolari caratteristiche non possono esibirsi o vendersi ad un'asta pubblica.

Il prestito solitamente ha una durata di sei mesi dalla data di emissione della polizza, scaduto il periodo, l’oggetto per 30 giorni è a disposizione di chi possiede la polizza di pegno dopo la società puo’ procedere a venderlo all’asta. Gli oggetti in vendita possono essere ritirati dalla vendita stessa per sopravvenuto riscatto o rinnovo dei prestiti in qualsiasi momento e fino a che non sia avvenuta l'aggiudicazione all'asta pubblica della cosa posta in vendita.

Quando il prestito è in scadenza

Alla scadenza del prestito il cliente può: estinguere il debito con la società e riscattare gli oggetti portati in pegno, previo pagamento di quanto dovuto per capitale, interessi, eventuali interessi di mora e oneri accessori. All’atto del riscatto gli oggetti dati in pegno devono essere ritirati tempestivamente. Se dopo 1 anno dal giorno del riscatto gli oggetti a pegno non sono stati ritirati, sono messi all’asta.

Altra strada si puo’ richiedere il rinnovo, previo pagamento di quanto dovuto per interessi, eventuali interessi di mora e oneri accessori. Il rinnovo, in sintesi prevede la ripetizione della procedura della perizia di stima, di una nuova polizza, e di nuovi termini per la scadenza del pegno rinnovato con maturazione di interessi e di diritti di custodia.

Esempio 1: Valore di stima: € 937,50, Prestito di € 750, durata di 6 mesi, tasso debitore annuo nominale (applicato ai prestiti oltre 500 euro) 10,875%. Calcolo effettuato alla scadenza sulla base dell’anno civile (365 gg) Importo finanziato: € 750 Interessi: € 40,89 Diritto fisso di custodia: € 29,71 TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale): 19,654 %

L’evoluzione della app per il pegno digitale

Attualmente esiste una app per il pegno digitale gestita da Kruso Kapital.

La app si chiama pronto pegno. Il punto di differenziazione con le procedure in banca esistenti è la sottoscrizione e la conseguente emissione di polizze al portatore digitali univoche, con il prestito che è erogato direttamente sul conto corrente bancario. Non è necessario recarsi in filiale. L’accordo di finanziamento si raggiunge con la app che gestisce il momento del trasporto del bene dal domicilio del cliente con i mezzi messi a disposizione della società Kruso Kapital del gruppo banca Sistema

In Italia opera Kruso Kapital S.p.A., quotata da gennaio 2024 sul mercato EuroNext Growth di Borsa Italiana, è operatore appartenente ad un gruppo bancario operativo sia nel business del credito su pegno sia nel mercato delle case d’aste di preziosi, di opere d’arte e di altri beni da collezione.

Altra realtà operante in Italia è Affide. 40 filiali e con oltre 150 addetti. Parte del gruppo Dorotheum, Affide rappresenta al contempo uno dei più grandi operatori in Italia nel settore Aste preziosi con circa 300 aste e 35.000 gioielli venduti ogni anno, per un totale di circa 17mila acquirenti. Nel 2022 anche Banca Intesa ha creato Acantus sua società specializzata nella gestione dei Monte dei Pegni e di questa tipologia di credito.

La storia dei Monti di Pietà

E alla storia dei Monti di Pietà Affide ha dedicato a febbraio 2024 un evento che ne ha ripercorso la storia, ricordando che per molto tempo l’adesione dei cittadini ai Monti fu limitata ai ceti abbienti (benestanti), con esclusione degli stranieri e degli ebrei.

Poi la crisi medievale del Trecento rese indispensabile l’istituzione di nuove forme e di nuovi metodi creditizi che consentissero l’accesso al credito anche da parte di cittadini dei ceti subalterni, che possedessero beni anche molto modesti da impegnare in garanzia della restituzione delle somme ottenute. Iniziativa che portò alla nascita del primo vero e proprio Monte di Pietà, fondato a Perugia nel 1462.

Autore
cristina bartelli

Giornalista professionista dal 2004 e vicecaporedattore per ItaliaOggi, scrive del Fisco in ogni sua forma. Ha fatto incursioni su Classcnbc e Tgcom per raccontare le novità di manovra di bilancio, sanatorie fiscali e storie di elusione.

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