Assicurazione: primo rischio assoluto, cos'è e come funziona
11 lug 2022 | 4 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Quando si stipula un’assicurazione non tutti sanno che si può decidere la modalità in cui sarà calcolato l’indennizzo nel caso in cui dovesse concretizzarsi il rischio coperto dal contratto.
Esiste, infatti, la possibilità di scegliere tra il sottoscrivere una polizza a primo rischio assoluto o una a valore intero.
Vediamo di cosa si tratta e la differenza tra i due tipi di polizza.
La polizza a primo rischio assoluto, sia che riguarda la casa o la vostra auto, prevede un ‘accordo’ in fase di stipula del contratto di assicurazione tra compagnia assicuratrice e assicurato su un valore massimo che verrà rimborsato in caso di danno. Il valore reale del bene assicurato, dunque, non sarà rilevante ma sarà quello attribuito dall’accordo deciso in comune tra l’assicurato e l’assicuratore nel momento in cui viene stipulata la polizza. Fate attenzione, però: essendo questa cifra totalmente slegata dall’effettivo valore del danno subito, in caso di danno, appunto, il risarcimento potrebbe rivelarsi anche inferiore al costo dei danni.
Facciamo un esempio, considerando un’assicurazione casa. Se il valore di ricostruzione dell’immobile è pari a 200mila euro e nella polizza è inserita la garanzia “Danni al fabbricato” con un massimale di 100mila euro, in caso di danno l’assicurazione a primo rischio assoluto garantirebbe la copertura solo fino al massimale stabilito, anche in caso di danni superiori a 100mila euro in questo caso.
La compagnia assicuratrice rimborserà, dunque, il beneficiario solo ed esclusivamente nel caso in cui si sia verificato il rischio assicurato del valore unanime che il contraente e la compagnia hanno previsto in polizza in maniera precisa. Tutto ciò a prescindere dal fatto che il risarcimento possa avere un valore inferiore o superiore alla somma che serve per rimborsare il danno provocato dal sinistro.
La polizza a valore intero, invece, si basa sulla regola proporzionale del risarcimento.
E’ quanto ritroviamo disciplinato nel libro IV del Codice civile, che regola i contratti assicurativi. Nello specifico, l’art. 1907 disciplina la regola proporzionale che viene applicata nei casi in cui il valore del bene al momento in cui avviene il sinistro sia maggiore rispetto a quanto è stato deciso e dichiarato all’interno della polizza.
“Se l’assicurazione – si legge – copre solo una parte del valore che la cosa assicurata aveva nel tempo del sinistro, l’assicuratore risponde dei danni in proporzione della parte suddetta, a meno che non sia diversamente convenuto”.
Questa regola fa sì che l’assicurato possa ricevere un’indennità ridotta che viene calcolata facendo una proporzione tra il valore del bene al momento dell’incidente e il capitale assicurato.
Ad esempio, se stipuliamo con l’assicurazione una proporzione in polizza dell’80%, in caso di un qualsiasi evento (incendio, furto, etc) a fronte di un valore di 150mila, il risarcimento sarà pari a 96mila euro. Come si ottiene questa cifra? In base alla proporzionalità stabilita nel contratto avendo assicurato solo una percentuale dell’80% dell’immobile (120mila euro appunto) il valore liquidato sarà l’80% del massimale, 96mila euro appunto.
Le differenze
La polizza a primo rischio assoluto è differente rispetto alla tipologia appena descritta perché dà la possibilità di scegliere, grazie all’articolo 1908 del Codice Civile, se assicurare l’intero valore del bene o solo una parte.
Nella maggior parte dei casi si sceglie di assicurare una parte massima di valore e i soggetti interessati a questa tipologia di polizza (la stragrande maggioranza) sono coloro i quali hanno intenzione di tutelare i beni di proprietà, senza però utilizzare la regola proporzionale.
In questo modo sperano praticamente di non subire dei danneggiamenti che coinvolgano l’intero valore del bene ma solo una parte di esso.
In una polizza a valore intero, invece, la somma assicurata deve corrispondere necessariamente al valore reale del bene al momento della sottoscrizione del contratto. Inoltre, al contrario della polizza a primo rischio assoluto, non sarà possibile assicurare solo una parte del bene, ma si è obbligati, come dice il nome stesso, ad assicurare il bene per intero.
E’ palese che costerà molto di più assicurare qualcosa a valore intero che a primo rischio assoluto, e il motivo si può facilmente intuire facendo due semplici calcoli sul risarcimento danni.
Come scegliere?
E’ importante capire bene per quale delle due formule optare.
Ovviamente la scelta ricadrà sull’una o sull’altro tipo di polizza in base alle singole esigenze del cliente.
In linea di massima possiamo dire che l’assicurazione a primo rischio assoluto favorisce sicuramente chi ha dei beni di valore in casa che intende tutelare, senza dover passare dalla tagliola del proporzionale. Ad esempio, in caso di furto, il proprietario assicurerà i beni per una certa cifra, confidando magari nel fatto che i ladri non porteranno via tutto ma solo una parte dei beni presenti.
Si sceglierà una formula di assicurazione a valore intero, invece, quando si può quantificare il valore dei beni. Di solito questa formula viene preferita quando si tratta di stipulare una polizza anti incendio visto che il rischio di perdere tutto in caso di fiamme è molto alto.
E’ bene ricordare che le assicurazioni a valore intero, devono essere necessariamente riviste ogni anno. E questo perché con il tempo il valore dell’abitazione, ad esempio, o di un immobile in generale, può cambiare e quindi sarebbe bene stipulare una nuova assicurazione con il valore esatto.
Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma, due master, ha collaborato con numerose testate nazionali e internazionali occupandosi soprattutto di economia e finanza. Collabora da diversi anni con Milano Finanz
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