Nuovo Codice della strada, quali sono le regole per prestare l’auto senza essere multati?
17 mar 2025 | 6 min di lettura | Pubblicato da Giusy I.
Prestare la propria auto a un amico o a un familiare può sembrare un’azione innocente e senza complicazioni, ma in realtà, secondo le normative del Codice della strada, esistono delle regole specifiche da seguire per evitare di incorrere in multe o sanzioni. A ciò si aggiungono le nuove norme entrate in vigore lo scorso 14 dicembre che hanno introdotto una nuova stretta in diversi ambiti tra cui, proprio quello del prestito della propria macchina. Vediamo allora quali sono le principali regole da seguire quando si presta la propria auto, per evitare sorprese e sanzioni legali, e se ci sono delle limitazioni.
1. A chi si può prestare l’auto?
Le regole e le limitazioni che riguardano il poter prestare o meno l’auto a qualcun altro sono contenute nell’articolo 94, comma 4-bis, del Codice della Strada, che è stato introdotto nel 2014 ed è tuttora in vigore. Il testo disciplina che il proprietario del veicolo ha il diritto di prestare l’auto a chiunque voglia, purché il conducente soddisfi alcuni requisiti di base e con, in alcuni casi, un limite temporale.
Per quanto riguarda i familiari e conviventi del proprietario potranno guidare l’auto senza alcuna limitazione di tempo. Quindi, ad esempio, una moglie può dare la propria auto al marito o ai figli, e viceversa, senza doversi preoccupare della durata del prestito. In caso di controlli da parte delle forze dell’ordine, potrà essere facilmente verificato, tramite i database in uso ai militari, l’appartenenza del conducente al nucleo familiare.
Diverso è, invece, il caso di prestito a qualcuno che non fa parte del proprio nucleo familiare, ad esempio un amico. In questo caso se il veicolo sarà prestato per un periodo superiore a 30 giorni sarà necessario comunicare l’avvenuto cambio di conducente alla Motorizzazione Civile.
Attenzione, però, lo stesso discorso vale anche per un familiare che non convive con il proprietario del veicolo, come può essere, ad esempio un figlio che risiede in un luogo diverso dai genitori. Anche in questo caso, proprio perchè considerato estraneo al nucleo, si dovrà rispettare il limite dei 30 giorni e nel caso procedere con la comunicazione alla Motorizzazione Civile.
Le sanzioni
In caso di non rispetto delle norme le sanzioni amministrative sono salate. Si parte da circa 700 euro fino a superare i 3mila euro. Non solo, il Codice della Strada prevede anche il “ritiro immediato” della carta di circolazione “da chi accerta le violazioni previste nei commi 4 e 4-bis ed è inviata all’ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri, che provvede al rinnovo dopo l’adempimento delle prescrizioni omesse”.
Ovviamente per non incorrere nelle altre sanzioni previste dal Codice della strada è importante che il conducente sia in possesso di quelli che sono i cosiddetti requisiti di base e cioè:
- patente valida: il conducente che utilizza l’auto deve essere in possesso di una patente di guida valida e appropriata per il tipo di veicolo che guida. Ad esempio, se si tratta di un’auto, il conducente deve avere una patente di categoria B.
- Età minima: il conducente deve avere almeno 18 anni per guidare un’auto. Esistono, però, limitazioni legate all’età e all'esperienza di guida per veicoli particolari, come quelli a motore superiore.
- Non essere sotto l’effetto di alcol o droghe:il conducente non deve essere sotto l’effetto di alcol, droghe o altre sostanze che possano compromettere la sua capacità di guida.
Anzi, proprio per questo punto l’ultimo Codice della Strada ha introdotto la cosiddetta “tolleranza zero”, con sanzioni molto pesanti e alcune novità per i recidivi: se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si riceve una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il valore è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro) e la sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6mila euro) e sospensione della patente da uno a due anni. Tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano, inoltre, alla decurtazione di 10 punti dalla patente e tra le sanzioni c'è anche l’obbligo di installare sulla macchina l’alcolock. Chi viene trovato, invece, alla guida sotto l’effetto di stupefacenti non deve più necessariamente essere in uno stato di alterazione psico-fisica, ma basta che risulti positivo ai test per ricevere una pesante sanzione. Non sono compresi in questa fattispecie i consumatori di cannabis terapeutica
Dunque, il proprietario del veicolo ha anche il dovere di assicurarsi che chi guida l’auto sia in grado di farlo in sicurezza. E questo perché se il conducente non ha la patente o non è in grado di guidare, il proprietario dell’auto potrebbe essere ritenuto responsabile in caso di incidenti o infrazioni.
2. La responsabilità del proprietario dell’auto
Quando si presta la propria auto, il proprietario mantiene, dunque, una responsabilità sul veicolo, anche se non è alla guida. Secondo la legge italiana, il proprietario di un veicolo è sempre responsabile per qualsiasi infrazione commessa dal conducente del suo veicolo. In altre parole, se il conducente commette una violazione del Codice della strada, la multa viene inviata al proprietario, anche se quest’ultimo non era presente al momento dell’infrazione. Ovviamente il proprietario del veicolo avrà il diritto di indicazioni il conducente attraverso il modulo di opposizione. E se l’infrazione comporta una decurtazione dei punti sulla patente, il proprietario dell’auto dovrà indicare chi era alla guida nel momento in cui è stata commessa l’infrazione. Solo in questo caso i punti saranno decurtati dalla patente del conducente. In caso di omessa indicazione si rischia una multa salata.
3. La copertura assicurativa
Un altro aspetto fondamentale per evitare sanzioni è la copertura assicurativa. Quando si presta un’auto, è necessario essere certi che l'assicurazione auto copra anche i danni o incidenti causati da un conducente diverso dal proprietario.
Cosa prevede la polizza assicurativa?
- Assicurazione RCA (Responsabilità Civile Auto): è obbligatoria e copre i danni causati a terzi. La maggior parte delle assicurazioni copre anche i conducenti non proprietari, ma è fondamentale verificare con la propria compagnia assicurativa se ci sono delle limitazioni o clausole particolari.
- Polizza kasko o furto e incendio: questi tipi di polizza coprono i danni causati al veicolo durante incidenti o eventi imprevisti. Anche in questo caso, è importante che la copertura valga anche per i conducenti non proprietari del veicolo.
Prima di prestare l’auto, è importante consultare la propria compagnia assicurativa per essere sicuri che la polizza sia adeguata e che non ci siano limitazioni in caso di sinistro con un conducente diverso dal proprietario.
4. Il contratto di comodato
Un’opzione molto utile, per chi ha bisogno di usare in maniera regolare per più di un mese un’auto intestata a qualcun altro, è quella di redigere un contratto di prestito o comodato d’uso. Questo documento non è obbligatorio, ma può tutelare entrambi i soggetti coinvolti, specificando chi è il conducente autorizzato e le condizioni di utilizzo del veicolo. Si tratta di un accordo formale che autorizza l’utilizzo del veicolo a tempo indeterminato o per un lasso temporale preciso. Il comodato va registrato alla Motorizzazione Civile compilando il modulo TT2119 e fornendo una dichiarazione firmata dal proprietario dell’auto. Anche se il contratto di prestito, come detto, non è obbligatorio, può, comunque, risultare utile in caso di controversie o problemi legali.

Giusy Iorlano è giornalista professionista. Laureata presso la Luiss Guido Carli di Roma.
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